È ancora tutto da decidere chi sarà prima guida in Ferrari tra Felipe Massa e Kimi Raikkonen. Non è invece in discussione la prima guida fra le rispettive signore. Forse per questo, nei giorni di vigilia della kermesse montanara di Campiglio, al via oggi, il quesito supremo non è mai stato chi avrebbe parlato prima, se il finlandese o il brasiliano, bensì se lady Raikkonen, all'anagrafe Jenni Dahlman, sarebbe stata presente oppure no. Nel pomeriggio di ieri, a Maranello e dintorni, con un certo e malcelato rammarico, la davano probabilmente assente. Anche se per loro, come per tutti gli invitati di Campiglio, la speranza resta l'ultima a morire.
Jenni, va detto, non stravince per colpe o demeriti di Rafaela, la fidanzata di Massa, fra l'altro gran bella sudamericana; Jenni stravince per merito di mamma e papà che l'hanno modellata come una fata e per grave responsabilità dei giudici di Miss Scandinavia 2001 che la elessero la più bella del reame nordico. Le gambe lunghe, l'incedere delicato, il viso elegante, la bellezza, francamente, imbarazzante furono i motivi che costrinsero la giuria a premiarla. Fra l'altro, notare bene: Jenni è Miss Scandinavia, ovvero Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia messe assieme. Capirete, l'esagerazione...
È proprio scorrendo la lunga, fantastica storia della Ferrari, che una simile esagerazione non si incontra mai. Magari la si sfiora: le foto in bianconero dicono che era bellissima lady Collins, la moglie di Peter, lo sfortunato inglese che cedette la propria Ferrari a Fangio, in quel di Monza ’56, regalando all'argentino il mondiale. Sbiadite foto a colori narrano di una splendida lady Surtees negli anni Sessanta e, una decade dopo, di lady Lauda, la signora Marlene, o della moglie di Carlos Reutemann. Bisogna però andare più indietro, nel bel mezzo dei favolosi e pericolosi anni Cinquanta, per trovare una donna che per bellezza, fascino e contiguità con il mondo luccicante dello spettacolo ricordi lady Raikkonen: Delia Scala. Celebre, fra gli appassionati di pistoni e cilindri, fu infatti la sua storia con Eugenio Castellotti, bello e ricco enfant prodige lodigiano che la conquistò. La somiglianza con Jenni si ferma qui: alla comune provenienza dal mondo dello spettacolo, all’innegabile bellezza, al grande fascino. Ma lady Raikkonen potrà godere di ben altro status, di ben altra legittimazione, in quanto moglie del pilota finlandese dall’estate del 2004; quello tra la Scala e Castellotti fu invece un amore intenso quanto triste e per di più osteggiato dalla famiglia del pilota e anche dalla scuderia che non vedevano di buon occhio la liaison. Castellotti morì in prova, a Modena, durante dei banali test privati. La sera prima era stato a Firenze, dalla fidanzata.
Jenni sarà così la prima bellezza proveniente dal mondo luccicante dello show (mondo solo assaggiato perché poco dopo l'incoronazione a Miss incontrò il giovane Kimi) ad entrare nella grande famiglia ferrarista a braccetto di un pilota (la compagna di monsieur Jean Todt, Michelle Yeoh, è infatti una famosa attrice malese). Famiglia, quella rossa, che ha visto passare tante mogli che però, per bellezza e trascorsi, non assursero mai al rango di regine. Non poteva esserlo lady Mansell, consorte di Nigel, pilotone britannico in Ferrari a cavallo fra gli Ottanta e Novanta; anzi, celebre fu una rissa tra lui e quel guascone inopportuno di Piquet che aveva preso in giro le grazie della signora inglese. E come lei non poterono ambire al rango regale altre lady in rosso mogli di piloti famosi del Cavallino come Johanna Villeneuve, consorte di Gilles, la signora Regazzoni e, più indietro, quelle di Fangio e Ascari. Jenni Raikkonen questa possibilità ce l’ha, che ne abbia anche le capacità è, ovviamente, ancora tutto da vedere.
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