Roma - «Ricominciamo da dove eravamo rimasti...». Appena rientrato a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi non nasconde tutta la sua soddisfazione. La marcia a tappe forzate iniziata martedì si è infatti conclusa come sperava, con la lettura della lista dei ministri a tempo di record dopo un’ora di faccia a faccia con il capo dello Stato. Insomma, «ora possiamo riprendere il lavoro che avevo interrotto due anni fa». Anche se, ammette nei corridoi di Palazzo Madama prima di imboccare l’ascensore che lo porterà dal presidente del Senato Renato Schifani, «non nego che sia stata una fatica». Di emozione, invece, neanche l’ombra. Perché, scherza il Cavaliere, «ormai è una consuetudine...». Da fuori, intanto, ancora si sentono gli applausi dei sostenitori che l’hanno accolto all’ingresso di Palazzo Madama per la prima delle visite di rito ai presidenti delle Camere. E il neopremier non nasconde una certa soddisfazione: «Che volete farci, ci sono abituato. Siamo in pena luna di miele».
Una soddisfazione che deriva anche dalla consapevolezza di aver messo a segno altri due primati dopo quello del governo più lungo della Repubblica. Tra il giorno delle elezioni e quello del giuramento - oggi pomeriggio - sono infatti passati solo 23 giorni, due in meno rispetto al precedente record di Romano Prodi nel 1996. E questo anche grazie a una prassi insolita che, d’intesa con il capo dello Stato, l’ha visto accettare l’incarico senza riserva guadagnando dunque la cosiddetta «notte di riflessione». Un punto su cui il Cavaliere si è speso molto con il Quirinale e che spiega il perché della sua irrituale salita al Colle martedì a ora di pranzo, prima che si aprissero formalmente le consultazioni. D’altra parte, confida ai suoi collaboratori durante la lunga giornata a Palazzo Grazioli, i rapporti con il Quirinale «non sono mai stati così buoni». Considerazione condivisa dallo stesso Giorgio Napolitano durante il suo incontro con Francesco Cossiga. Non è un caso, dunque, che il capo dello Stato abbia parole di elogio per la celerità con cui è stata formata la squadra di governo sulla quale ha avanzato qualche perplessità solo per l’eccesso di ministri senza portafoglio.
Alla fine della lunga corsa a ostacoli che l’ha portato fino al Colle, il Cavaliere è dunque soddisfatto. «Abbiamo una buona squadra - dice - con molti nuovi ministri e quattro donne. Un impegno mantenuto». Lamentele, insomma, non dovrebbero essercene perché «siamo stati riguardosi di tutti» e «credo che sia tutto a posto». Anche se, come è inevitabile che accada quando c’è da formare un governo, in verità di tira e molla ce ne sono stati molti. Tanto che verso le quattro del pomeriggio è un futuro ministro a sottolineare con enfasi che «la lista è fatta ed è già stata stampata». Un modo per dire che nel tragitto da via del Plebiscito al Quirinale sarà piuttosto difficile «intervenire con la gomma da cancellare». L’ultimo cambio in corsa, in effetti, avviene quando Berlusconi è ancora a Palazzo Grazioli: via Michela Vittoria Brambilla dall’Attuazione del programma e dentro Gianfranco Rotondi. Poi, con qualche minuto di ritardo, via verso il Colle. La presidentessa dei Circoli della libertà, dirà più tardi alla Camera prima dell’incontro con Gianfranco Fini, «andrà alla Sanità».
Parole di elogio anche per Paolo Bonaiuti che «ha rinunciato al ruolo di ministro per continuare a lavorare con me». Sarà «sottosegretario alla presidenza del Consiglio» e «ricoprirà l’incarico di portavoce del governo» oltreché di «coordinatore delle comunicazioni». Una delega, questa, che dovrebbe essere piuttosto ampia (tanto da ricomprendere anche le nomine Rai), al punto che già si sta lavorando su un ampio staff nel quale dovrebbe avere un ruolo di responsabilità Piero Testoni, responsabile editoria di Forza Italia.
Berlusconi, però, già guarda alle prossime tappe. Oggi alle cinque del pomeriggio il giuramento, mentre alle sei si terrà il primo Consiglio dei ministri che nominerà Gianni Letta sottosegretario alla presidenza.
Lunedì, invece, toccherà ai
sottosegretari, mentre martedì e mercoledì il dibattito sulla fiducia a Camera e Senato. Poi, il primo Consiglio dei ministri «operativo» a Napoli. Un «fatto simbolico» per «ricominciare il lavoro da dove eravamo rimasti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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