Roma - «Per ridere non aspettare Natale». È in questa azzeccata frase di lancio che a ben vedere è racchiuso l'orizzonte e, in fondo, tutto il senso dell'operazione capitanata da Massimo Boldi che in Matrimonio alle Bahamas esordisce come produttore esecutivo con la sua Mari Film, un nome certamente non casuale perché, dice, «è un omaggio alla mia povera moglie Marisa». Così Matrimonio alle Bahamas, con Boldi mattatore assoluto, uscirà dopodomani in ben 500 copie, distribuito da Medusa anche produttrice, evitando quindi il derby con l'ex sodale Christian De Sica e il cinepanettone Natale in crociera di Neri Parenti dal 14 dicembre in sala. Qualcuno potrebbe pensare che sia una scelta derivata dal fatto che lo scorso anno Olè, primo film di Boldi dopo il divorzio con De Sica, perse la sfida delle festività con Natale a New York. Massimo Boldi davanti a tutti i giornalisti risponde in modo abbastanza diplomatico: «Non voglio fare polemiche. Non mi sono staccato dalla Filmauro (la casa di produzione di Luigi e Aurelio De Laurentiis, ndr) per fare gare. Loro tradizionalmente usciranno a Natale. Io invece sono contento e felice di aver preso questa strada». Ma poi, a margine della conferenza stampa, giusto per non fare polemiche, aggiunge perfidamente: «L'anno scorso hanno incassato il doppio di noi (in realtà tre volte tanto, ndr) anche perché molti sono andati a vedere il film con De Sica pensando che ci fossi ancora io visto che la serie natalizia era nata con me».
Chiuso il capitolo dei divorzi si apre quello più specifico su Matrimonio alle Bahamas, sceneggiatura di Carlo e Enrico Vanzina e regia di Claudio Risi, con la storia sentimentale di una ragazza neolaureata in economia (interpretata da Lucrezia Piaggio anche se, rivela Boldi, «avrei voluto Cristiana Capotondi che ha iniziato con me in Christmas in Love nel 2004 ma era troppo impegnata») che vince una borsa di studio a Miami dove s'innamora di un compagno d'università con cui si sposerà alle Bahamas. Naturalmente l'incontro tra le due famiglie darà la stura a tutta una serie di classiche gag. Da una parte quella meno abbiente di lei in cui troviamo il tassinaro, milanese a Roma, Boldi che ha una strampalata moglie sicula (Anna Maria Barbera, definita da Boldi «stravagante e particolare» per via di un problematico rapporto sul set) con un fratellastro ladro (Enzo Salvi) ai domiciliari. Dall'altra quella ricca di lui con un padre italoamericano agente di borsa (Biagio Izzo) e una consorte ultrasnob oltre che bomba sexy (Victoria Silvstedt). Il tutto condito dalle incursioni estemporanee di personaggi televisivi come i Fichi d'india, Solange e Gigi Marzullo in un miscuglio di citazioni alle inarrivabili commedie all'americana (American pie e Ti presento i miei) e all'italiana (Poveri ma belli).
D'altro canto Boldi, che come produttore annuncia di volersi impegnare nella fiction televisiva oltre che riportare al cinema il mondo di provincia di Piero Chiara (forse addirittura come regista), anche ieri, all'unisono col regista figlio d'arte Claudio Risi, ha ripetuto orgogliosamente: «Ho sempre cercato di andare incontro al pubblico realizzando film comprensibili per chi si vuole divertire». Tesi esemplificata in un dialogo di Matrimonio alle Bahamas quando in un ristorante un lui dice a una lei: «Ti porto al cinema».
«Va bene ma non a un film di Wenders», è la risposta della ragazza. Chissà che non stiano fischiando le orecchie a Nanni Moretti che, come direttore del Torino Film Festival, ha in programma, dalla prossima settimana, una retrospettiva completa del regista tedesco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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