Ecco perché la Storia percorre anche il «Sentiero dei briganti»

Ecco perché la Storia percorre  anche il «Sentiero dei briganti»

di Roberta Bartolini

Caro Massimiliano Lussana, leggo con entusiasmo il tuo articolo sottoforma di lettera aperta a Luca Borzani, Presidente di Palazzo Ducale, del 13/03/2010. Molte sono le mie sensazioni ed emozioni nel leggere la tua citazione sui «briganti», come sono pienamente d'accordo sul fatto di chiedergli espressamente di parlarne o di farne qualche minimo cenno in occasione della prossima manifestazione al Ducale sui 150 anni dell'Unità d'Italia, in quanto si tratta di verità, di storia che sarebbe un peccato ed erroneo omettere.
La figura del brigante riconduce la mia memoria a una parte della mia documentazione di viaggio nel centro e sud Italia - regioni a cui sono fortemente appassionata - in cui si annoverano proprio i briganti riguardo la tratta Toscana - Lazio e l'Antica Via Clodia. All'interno di un affascinante territorio ricco di angoli suggestivi si dirama la via Clodia, costruita dai Romani per congiungere l'Etruria con Roma e per giungere fino al Lago di Bracciano in Lazio o poco più giù. Si tratta di un percorso lungo e tortuoso probabilmente pavimentato dai Romani e percorso dai pellegrini nel Medioevo.
Tali scorci vennero anche messi su tela attraverso acquarelli. Sia leggendo della via Clodia, sia percorrendola, sia osservando i relativi dipinti, si ha la sensazione di entrare nella storia, proprio come attraverso il tuo articolo sui briganti.
Molte sono le testimonianze storiche che incontra la via Clodia nel suo lungo percorso; da antichi ruderi, a necropoli etrusche, a castelli e fortezze ad eremi rupestri, come tanti se ne incontrano verso il sud, a paesini pittoreschi in una natura incontaminata. Proprio partendo dalla Riserva Naturale di Lamone si diramano alture dette «murce» che si possono scoprire seguendo proprio il SENTIERO DEI BRIGANTI.
Infatti, l'alta Tuscia è stata anche terra dei Briganti che hanno imperversato per tutto l'800. Le loro gesta sono diventate leggendarie.
Basti ricordare Domenico Tiburzi, il «Re del Lamone», che rubava ai ricchi per dare ai poveri. È stato considerato un buono che vendicava le ingiustizie subite dai poveri. Tra l'altro, attaccato alla Riserva, vi è Farnese, borgo medievale che balzò agli onori della cronaca nei primi anni '70 con il film «Pinocchio» di Comencini (che tu citi).
Un'ultima precisazione. L'antica via Clodia era anche chiamata Vie delle Terme perché giungeva in diverse località termali dove le acque venivano usate per curare malattie e chiudere le ferite.
Considerato tutto quanto menzionato, intenderei sottolineare che come sempre è importante ricollegare tutto.

Se i briganti esistevano soprattutto in queste zone non poco ricche, vi sarà una motivazione e comunque, semmai, è opportuno valutarne la propria esistenza e motivarne i loro comportamenti.
Come sempre grazie
Cordiali saluti

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