I due magistrati, Giovanni Ilarda e Massimo Russo, sono già stati graziati: sono infatti gli unici due assessori - su 12 - a non avere ricevuto la revoca delle deleghe dopo lazzeramento della giunta voluto dal governatore di Sicilia Raffaele Lombardo. E al loro fianco, probabilmente, ci sarà anche un prefetto, che secondo i boatos potrebbe essere il palermitano Giovanni Finazzo, ex questore di Milano, da poco in pensione. E ancora, un industriale di Caltanissetta noto per il suo impegno antiracket, Marco Venturi. Insomma, «esterni» al Parlamento siciliano e alla politica attiva, da affiancare a qualche assessore uscente - quasi certa la permanenza di Bufardeci, Cimino e Gentile, tutti dellala amica del Pdl - e di qualche deputato Ars. Il tutto subito, anzi subitissimo: entro le 14 di oggi.
Stringe i tempi il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. E punta su una soluzione-lampo della crisi che lui stesso ha aperto. Ma cè un ma che si scontra contro la soluzione fulmine che il governatore, ancora ieri sera, ha auspicato: questa nuova giunta avrà i numeri in aula? I segnali sono negativi. Ieri, con una nota, il coordinatore del Pdl Sandro Bondi è stato più che chiaro: «Il comportamento di Lombardo rischia di determinare un allontanamento dellMpa dalla coalizione di centrodestra che Lombardo deve dimostrare di non volere. Il governatore siciliano assuma una posizione chiara nei confronti del Pdl che non permetterà collaborazioni spontanee e fuori dalla logica unitaria del partito. Se Lombardo vuole rafforzare la coalizione di centrodestra e rispettare il patto elettorale con i siciliani, il Pdl farà la sua parte. In caso contrario il Pdl chiederà ai siciliani di attribuire al voto che esprimeranno tra dieci giorni una doppia valenza, quella di carattere europeo e quella di una scelta tra il Pdl e lo stesso Lombardo». Insomma, o col Pdl o contro. Anche i vertici regionali del Pdl sono in linea con Bondi. E mentre il gruppo Pdl del Parlamento siciliano chiede una seduta straordinaria, qualche segnale conciliante arriva da Micciché, che si dice certo che lalleanza col Pdl non si romperà. Anche perché, se si romperà, il ritorno alle urne è più che assicurato.
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