(...) che tra il 10 ottobre e il 4 novembre cambierà la storia delletere in tutta la regione. Più che di tante lettere e delle solite sparate, ci sarebbe bisogno di un po più di chiarezza, soprattutto in una Liguria che, più che il problema dei monti, in questo caso ha il problema di unetà media di abitanti molto alta, che rende ancor più incomprensibile un linguaggio di per sé già riservato ai tecnici.
«Esiste il rischio che molte persone male informate, o con poca dimestichezza con le nuove tecnologie, si ritrovino tagliate fuori dai segnali radiotelevisivi - attacca il capogruppo della Lega Nord in Regione, Edoardo Rixi - Burlando e la sua giunta non hanno finora sufficientemente diffuso la notizia che entro il 4 novembre la Liguria passerà al digitale terrestre. Non mi risulta che la Regione si sia adoperata per informare i liguri mediante unadeguata campagna informativa. Come se non bastasse, vari sindaci dellentroterra hanno paventato il rischio che il nuovo segnale digitale terrestre abbia una copertura territoriale inferiore a quella del vecchio segnale analogico. Se ciò fosse vero, significherebbe che gran parte del nostro entroterra resterebbe semplicemente tagliato fuori».
Ma non solo lentroterra è a rischio. Il perché lo spiega un tecnico. Nicola Crasta, antennista e responsabile per il settore di Ascom, prova a far chiarezza su un segnale che ad oggi neppure tutti i genovesi dotati di decoder o di tv nuovo riescono a vedere. «Questo accade perché non tutti i segnali digitali sono in aria, cioè emessi dalle varie reti. E poi perché lo switch off non cè ancora stato, ma ad esempio a Genova ci sarà entro il 25/26 ottobre - spiega il professionista - Molte emittenti, per scelta editoriale o perché vincolate da contratti pubblicitari, non hanno ancora iniziato». Però accadono anche fatti che paiono strani ai non addetti ai lavori. Cose inspiegabili per i profani. Capita che in zone anche centralissime della città chi ha decoder o un nuovo televisore, riceva solo alcuni canali (ad esempio Mediaset) e non altri (tutta la Rai). Segno che la «colpa» non può essere dellattrezzatura.
«Intanto va detto che la Rai a Genova trasmette in digitale solo con tre ripetitori, quelli di Fasce, Figogna e Gazzo - conferma Crasta - E ciò solo per un tipo di pacchetto, cioè per programmi tipo Raiuno, Raidue e Raitre. Già Raisport lo rilancia solo il ripetitore di Portofino-Ruta e appena il 5 per cento dei genovesi lo riceve. Ma ad esempio le antenne che ricevono il segnale Rai del Righi non vedono neppure i canali principali e così sarà fino al 25/26 ottobre quando ci sarà lo switch off». Tutto così improvviso. E tutto così «pericoloso». Perché il giorno del passaggio qualcosa potrebbe andare storto. E a quel punto i televisori resterebbero bui, anzi «innevati». «Fino ad allora si potranno fare solo interventi preparatori agli impianti, per verificare che siano in grado di ricevere e rilanciare tutti i segnali in aria. O che gli impianti cosiddetti a pacchetto siano stati aggiornati - conclude lantennista - Io farò questo lavoro a partire dal 10 ottobre nei condomini che servo, e dopo il 26 farò gli eventuali correttivi e miglioramenti. Questo per fare in modo che comunque si vedano subito i programmi, poi semmai ci sarà tempo per perfezionare il segnale. Comunque va anche detto che unindagine resa nota proprio ieri svela che già ora il 47 per cento dei liguri guarda la tv dal digitale, il 18 per cento con il satellite e il 37 con il vecchio analogico».
Inutile dunque fare i soliti annunci. I liguri sarebbero già pronti, apprezzano e usano il digitale. A patto di averlo. Ieri mattina lo stesso responsabile Ascom ha incontrato lassessore Renzo Guccinelli, per fargli presente come sia assurdo chiedere un rinvio che è già in corso e che non cambierebbe nulla.
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