Impronte? Sì, no, ma. Tutela anche nei confronti di famiglie sfruttatrici ed inadempienti? Sì, no, ma. E che fare con i minori che approdano sulle spiagge italiane affidati a un amico o a un parente più o meno fantomatico? Rispedirli a casa? Sì, no, ma. Come affrontare seriamente il nodo dei bambini che ogni anno scompaiono in Italia sottratti da un genitore all'altro o semplicemente sottratti? Se sono stranieri non ne sappiamo nulla. Se sono per parte di mamma o papà italiani scoppiano quei casi ben conosciuti dai tribunali e dal Dipartimento Giustizia minorile. Carenze di leggi? Debolezze degli apparati d'indagine? Sì, no, ma. E i bambini avviati alla prostituzione, i bambini ombra che girano per l'Europa e l'Italia, senza una identificazione. Quei piccoli ladri o spacciatori maghrebini che tirano fuori da dieci a venti nomi diversi e non si sa realmente neppure a quale Stato appartengano i genitori che li vendono o li mandano alla ventura al di là dal mare. Minorenni comunque che sono merce nelle mani di uno o più adulti. Bambini o adolescenti che se non «fruttano» il dovuto sono malmenati e violentati. Bambini che dormono Dio solo sa dove, con poco cibo, tanta paura e senza speranze.
Chi sono? A noi non importa proprio niente di loro oltre al fastidio personale? Pensare che persino l'Unicef sembra non conoscere i suoi stessi dati se scrive nei resoconti che persino in Turchia solo il cinquanta per cento dei piccoli sotto i cinque anni risulta iscritto all'anagrafe. Con i bambini ombra si può fare di tutto: usarli come pezzi di ricambio, come oggetti nella pedo-pornografia, sfruttarli nel lavoro minorile massacrante e non protetto. Tanto per loro non si parla neppure di morti bianche. Semplicemente non esistono. E non risulta che la solerte Europa si sia occupata dei bambini ombra. Servono passaporti personali con foto aggiornate per legge ogni due anni e accertamenti fotometrici per tutti. Buffo come ogni tanto qualche Stato europeo si alzi in piedi e bacchetti l'Italia.
Funzionano le leggi sulle adozioni nei loro confini? Spesso sono carenti e scombinate, per usare degli eufemismi, ma noi non possiamo dirlo, altrimenti aumentiamo gli attriti e le pastoie che rendono lente e difficili le adozioni. Ma ora il ministro delle Pari Opportunità ha finalmente parlato dell'istituzione del Garante nazionale dell'Infanzia anche in Italia. Il sottosegretario Giovanardi, i ministri Meloni, Maroni, Sacconi, sono d'accordo. Allora lo si faccia finalmente! Penso, per esempio, a una figura competente come quella di Maria Burani Procaccini che, per cinque anni, è stata presidente della Commissione bicamerale per l'Infanzia. Siamo carenti nei confronti dei nostri concittadini e dell'Europa. Tra le altre cose, quando anche l'Italia si doterà di questa figura nazionale di garanzia, forse arriveremo al Garante europeo. I bambini non possono aspettare che ogni nuovo ministero entri in rodaggio o che le Commissioni permanenti palleggino leggi istitutive. I bambini non possono essere oggetto di scontri ideologici, i bambini non possono aspettare.
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