Ecco la riforma Fornero: sussidi ai disoccupati e sgravi per donne e Sud

Ecco la riforma Fornero: sussidi ai disoccupati e sgravi per donne e Sud

RomaIn un futuro non immediato, ma nemmeno troppo lontano, in Italia ci sarà qualcosa di simile al sussidio di disoccupazione. Quello destinato più o meno a tutti quelli che hanno perso il posto a patto che ne cerchino veramente uno nuovo. A farne le spese sarà la cassa integrazione straordinaria, che è il principale ammortizzatore sociale italiano ed è destinato principalmente all’industria. Poi arriveranno incentivi per l’occupazione delle donne e per il sud.
Il progetto del governo sugli ammortizzatori è noto da tempo, ma ieri il ministro del Lavoro Elsa Fornero lo ha reso più chiaro, anche se non è entrata nel dettaglio. La cassa integrazione ordinaria, quella che attivano le industrie nei periodi in cui non producono, resterà. E sarà, se possibile, rafforzata. Pollice verso, invece, per quella straordinaria, che si attiva invece per gli stati di crisi e le ristrutturazioni. «Se facciamo i sussidi per la disoccupazione, non abbiamo bisogno della cassa integrazione straordinaria. Penso che abbiamo un problema di esclusione per quanto riguarda gli ammortizzatori - ha detto Fornero, al termine di una riunione a Bruxelles con gli altri ministri del Lavoro - alcune categorie sono completamente escluse dall’accesso a qualcosa che è sostegno al reddito. Il nostro primo principio è l’universalismo, dobbiamo farlo a parità di risorse e di costi, per questo stiamo andando con il lanternino per vedere la redistribuzione delle risorse».
Il passaggio da un sistema di ammortizzatori ritagliato su misura dell’industria a uno più aderente al mercato del lavoro di oggi, sarà graduale. Anche perché bisognerà trovare qualcuno disposto a pagare. Non i contribuenti. La partita delle risorse da trovare si gioca tra le aziende e i lavoratori e l’orientamento che sta prevalendo prevede che paghino soprattutto le aziende che oggi non versano contributi per la cassa integrazione, quindi le piccole, gli artigiani e i commercianti. Poi c’è l’ipotesi di portare, nel tempo, i contributi di tutti i lavoratori allo stesso livello dei subordinati. Probabilmente la soluzione sarà un mix di tutte queste misure, con l’aggiunta di qualche risorsa pubblica, magari stornata dagli incentivi alle imprese.
Il fatto che il ministro abbia messo il punto ieri non è un caso. Lunedì c’è il terzo incontro con tutte le parti sociali e sarà dedicato proprio agli ammortizzatori. Partita forse più complessa e importante di quella che riguarda la modifica dell’articolo 18. «Non ci saranno ricette precostituite», ha assicurato Fornero, anche per prevenire la levata di scudi che già accolse nel primo incontro, l’annuncio che la cassa integrazione straordinaria sarebbe stata cancellata.
Sul piatto il governo mette anche delle politiche attive per l’occupazione (che è l’altro tema dell’incontro di lunedì con le parti, forse già la prossima settimana). E gli obiettivi di Fornero sono Sud e donne. Per favorire l’occupazione femminile e il superamento del dualismo fra Nord e Sud, la riforma del mercato del lavoro allo studio in Italia prevederà «sgravi fiscali e migliori servizi anche nel settore della formazione», da finanziare anche con il fondo sociale europeo, dice Fornero. Difficile capire quali saranno i tempi per i nuovi incentivi. Sicuramente Fornero vorrebbe che qualcosa arrivasse già con la delega fiscale che il governo approverà a breve.
L’annuncio di nuovi sgravi è stato accolto da consensi bipartisan. Particolarmente soddisfatto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che è impegnato a fare arrivare la trattativa fino alla fine, con la firma di tutte le parti e vede negli incentivi uno dei segnali che si attende dal governo.

«Per far uscire l’Italia dalla recessione occorre collegare la riforma del mercato del lavoro alle altre misure per la crescita». «È importante ora che alle buone intenzioni seguano immediatamente iniziative concrete», ha auspicato Licia Ronzulli, europarlamentare Pdl.

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