VicenzaNello scenario agreste di Villa Bonin, a Montecchio Precalcino (Vicenza), scorrazzano sei splendidi cani di razza. Si chiamano Kim, Jessy, Berry, Shana, Chopper e Dory e sono due bovari del bernese, un golden retriver maschio e una femmina, un pastore bergamasco e un meticcio. Villa Bonin, però, non è una fattoria. Villa Bonin sarà un vero e proprio ospedale, il punto di riferimento a livello nazionale della pet therapy, fortemente sostenuto dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Ieri un convegno nazionale sulla pet therapy ha suggellato linaugurazione del nuovo centro che lUlss 4 Alto Vicentino gestirà sulla base del protocollo dintesa firmato dalla provincia di Vicenza, dallagenzia regionale socio sanitaria, dallIstituto zooprofilattico delle Venezie e dalle altre Ulss vicentine.
Il valore terapeutico degli animali è riconosciuto da secoli ma la sanità ufficiale vi ha sempre fatto ricorso in maniera sperimentale. A Montecchio Precalcino il passo avanti è invece decisivo e, dalla fase sperimentale pura, lintenzione è quella di passare a quella applicativa. Quei sei cani che corrono per il parco della villa, insomma, potranno essere prescritti con ricetta medica a tutti quei pazienti che soffrono di particolari disabilità fisiche o psichiche e che potrebbero trarre giovamento da alcune sedute particolari, seguite da medici specializzati, con questi preziosi animali-farmaci. «Questo progetto - ha spiegato il sottosegretario Martini, che ha sostenuto fin da subito liniziativa - rappresenta lo sviluppo che serviva per la pet therapy e credo che per lItalia sarà una sorta di pietra miliare. Sarà importante definire lapproccio scientifico alla terapia con la standardizzazione del metodo e con il consolidamento della professionalità».
Siamo solo allinizio, ma è chiaro che, oltre a diventare un chiaro punto di eccellenza per la sanità nazionale, Montecchio Precalcino vuol essere di raccordo con tutti i centri internazionali di pet therapy presenti allestero, dove questo tipo di cura è già consolidata.
Il protocollo dintesa prevede che la terapia si baserà, appunto, sullutilizzo di questi sei cani mentre léquipe di specialisti sarà coordinata dallo psicologo dellUlss 4 Alto Vicentino, Lino Cavedon. Previsto anche il coinvolgimento diretto delle università di Veterinaria e di Psicologia.
Ma chi sono i pazienti a cui è diretto questo servizio sanitario innovativo? «Persone con disabilità fisica e psichica - conferma il sottosegretario Martini - ma anche con una possibile commistione di problemi. Devo dire, poi, che io sono rimasta folgorata dalla sede prescelta. Villa Bonin a Montecchio Precalcino, ha una logistica, unarchitettura, un ambiente tali da rendere, se possibile, la cura ancora più efficace».
Dal canto suo, il direttore dellUlss 4, Domenico Mantoan, ha confessato di credere molto in questo progetto. «Un progetto che ritengo molto ambizioso - dice - che ci permetterà di capire la valenza effettiva della pet therapy in ambito strettamente sanitario».
Secondo Igino Andrighetto, dellIstituto zooprofilattico, finora la pet therapy è andata avanti contando esclusivamente sullo spontaneismo. «E lo spontaneismo - osserva - è stato il male di questa terapia. Noi siamo i primi che ci accostiamo allargomento con assoluta serietà scientifica». «Questo è un fiore allocchiello per la sanità vicentina e veneta - gongola Antonio Compostella, direttore dellAgenzia regionale socio sanitaria - e sono certo che la qualità del servizio erogato garantirà risultati sorprendenti».
La salute di molti disabili potrebbe subire presto grandi miglioramenti grazie alla vicinanza con Kim, Jessy, Berry, Shana, Chopper e Dory, "medici" a quattro zampe che curano giocando e scodinzolando.
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