Ecco gli stipendi d’oro che le toghe non mollano

RomaSacrifici per tutti, ma le toghe non ci stanno. Appena il governo ha parlato di toccare i loro stipendi si sono ricompattate all’istante, superando ogni solco di corrente. E l’Anm è tornata ad essere il faro di tutti i magistrati, in questa battaglia. Stato d’agitazione subito, forse domani la proclamazione di uno sciopero.
Succede così ogni volta. Il ministro Angelino Alfano ricorda bene la stessa unità d’azione 2 anni fa, quando si arrivò ai tagli in busta paga per gli scatti di anzianità e per l’adeguamento triennale.
Ora ci risiamo. Prima le avvisaglie di Umberto Bossi e ora la manovra che prospetta un nuovo taglio, valutato tra i 100 e i 400 euro mensili a seconda dell’anzianità, oltre al mancato adeguamento di stipendio che nel 2013, secondo il «sindacato delle toghe», farebbe perdere complessivamente il 30 per cento del potere d’acquisto.
E dire che nell’ultima mappa delle retribuzioni in Italia fatta dall’Istat ad aprile 2009, i magistrati figurano come la categoria più ricca, con oltre 110 mila euro lordi all’anno, cioè una media di 4.700 netti al mese, mentre colf e insegnanti sono in fondo, con 16-18 mila euro.
L’ultimo report biennale della Commissione europea per l’efficienza della giustizia (Cepej), quello del 2008, calcola che gli stipendi degli 8 mila magistrati italiani entrano in una forbice dai 37.454 euro ad inizio carriera (più della Francia, poco meno di Germania e Spagna, ben al di sotto di Gran Bretagna e Danimarca) ai 122.278 euro alla fine (superiore a Germania, Francia e Spagna, quasi pari alla Danimarca, meno del Regno Unito).
Loro, naturalmente, la vedono in modo ben diverso. Le correnti, dalla moderata Magistratura indipendente a quella rossa Magistratura democratica, protestano a gran voce. E l’Anm ripete che un buono stipendio è la maggiore garanzia d’indipendenza e autonomia, un antidoto contro ogni tipo di pressione.
I magistrati spiegano anche che il confronto con i colleghi degli altri paesi è falsato, perché loro hanno un carico di lavoro pro capite molto più elevato, visto che il numero dei processi da noi è ben superiore che all’estero.
Ma vediamoli oggi questi stipendi medi netti delle toghe italiane. Si entra in magistratura come tirocinanti con 2.400 euro al mese. Dopo 10 anni, si arriva a 3.500. Passati i 20, a 5.200. Oltre i 30, si toccano i 6.200. E all’ultimo livello, con 45 anni di anzianità, si guadagnano 7.300 euro netti al mese. Solo il Primo Presidente della Cassazione spicca sulla massa, con quasi mille euro di più al mese.
Per capire meglio bisogna considerare che la magistratura è in gran parte «giovane». Circa 5mila toghe hanno meno di 20 anni di servizio, mentre le altre 3mila superano questo livello di anzianità. La carriera dal 2007 non è più automatica, ma ci sono le valutazioni di professionalità ogni 4 anni, fatte dal Csm su criteri ancora tutti da definire, con uno scatto del 4-5 per cento.
Parliamo, è bene precisarlo, solo di magistrati ordinari, perché con la legge finanziaria 2001 l’unità dell’ordine è stata rotta. Sono infatti stati differenziati gli stipendi di quelli amministrativi e contabili, che hanno lo stipendio pari alla Quinta valutazione di professionalità dopo 8 anni dalla nomina e quindi dopo 13 anni di attività, cioè con 7 anni di anticipo rispetto ai magistrati ordinari. Insomma, gli appartenenti a Tar, Consiglio di Stato e Corte dei Conti sono ben più ricchi dei colleghi impegnati in tribunali, procure, Corti d’Appello e Corte di Cassazione.
Un caso a parte è rappresentato dai 18 consiglieri togati del Csm che per 4 anni, si può dire, hanno fatto tombola. Oltre al normale stipendio, collegato con il loro livello, portano a casa infatti una media di 3mila euro al mese in gettoni di presenza alle sedute delle commissioni: 180 euro lordi ogni volta e possono esserci anche tre sedute in una giornata, mentre ad agosto e durante le feste, naturalmente Palazzo de’ Marescialli chiude.

Per chi non vive a Roma, poi, c’è il rimborso delle spese per l’albergo e per tutti l’auto blu.
Per fare un esempio, un magistrato, con poco più di 20 anni di anzianità, se sta al Csm aggiunge ai suoi oltre 5mila euro netti al mese altri 3mila circa, arrivando a superare gli 8mila. Non male.

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