«Ecco tre miliardi per ridare le ali al nostro turismo»

Roma«Quasi tre miliardi di euro. Soldi veri per piccole e medie imprese del turismo, disponibili subito attraverso 20.000 sportelli distribuiti su tutto il territorio». Parola di Michela Vittoria Brambilla. Il ministro del Turismo non ha dubbi: proprio da questo settore si può far ripartire la macchina Italia. Ecco perché il governo ha avviato nel giugno scorso il progetto Italia & Turismo con la partecipazione di cinque grandi gruppi bancari e ora lo rafforza con l’ingresso di altri tre istituti di credito per una disponibilità complessiva di quasi tre miliardi di euro.
Ministro, perché definisce questo progetto unico?
«Perché è davvero senza precedenti per la sua specificità, per il livello di plafond raggiunto, per l’eccezionalità delle condizioni applicate, per il numero di istituti bancari e sportelli coinvolti. Un’iniziativa che intende sostenere le piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo, in un momento di grande difficoltà che speriamo al più presto di lasciarci alle spalle».
Chi avrà accesso al credito e per quali investimenti?
«Anche qui sta la novità. Prima di tutto i soldi sono destinati a tutta la filiera del settore: dagli alberghi alle agenzie di viaggio, ai ristoranti. Si va dalle richieste più contenute, destinate alla promozione, a quelle più importanti per ristrutturazioni. Anche le condizioni saranno di grande flessibilità. Pensate ad esempio alle imprese stagionali come gli stabilimenti balneari. Potranno avere il loro prestito a gennaio, lavorare tranquillamente tutta l’estate ed iniziare a pagare a dicembre».
Il turismo rispetto ad altri settori ha retto meglio di fronte alla crisi?
«In un momento così difficile sarebbe stato impossibile chiudere senza un segno meno. Ma in Italia abbiamo chiuso con un meno 4 per cento contro risultati ben peggiori di altri Paesi. Penso alla Germania, meno 22; alla Francia, meno 14; agli Usa, meno 10,5. Il turismo è un settore trainante che oltretutto ha una ricaduta occupazionale immediata».
Esiste un problema di conflitto di competenze tra governo e regioni?
«Indubbiamente la parcellizzazione è nemica dell’efficienza. Il nostro territorio vanta bellezze ed eccellenze straordinarie sparse ovunque per le quali il governo può offrire il giusto coordinamento. La parola magica è programmazione nazionale, politica nazionale. Lavoriamo tutti insieme nel governo ognuno per le sue competenze: dai Trasporti ai Beni culturali. Con le Regioni nei fatti non c’è nessun problema. Nessuno di noi insegue formalismi, tutti guardiamo al concreto. Occorre unire le forze con le associazioni di categoria, con gli enti locali per reperire gli strumenti che aumentino la competitività».
L’Italia può offrire il patrimonio artistico e paesaggistico più ricco del mondo. Ma basta per vincere la partita del turismo?
«No, non basta più. Si deve puntare all’eccellenza delle strutture e dei servizi. Il turismo ha cambiato volto. Prima si sceglieva semplicemente una meta ora invece si decide di partire con una motivazione: il relax, le terme, lo sport. Occorre creare circuiti di eccellenza a livello nazionale».
Ha in mente qualcosa di particolare su cui puntare?
«Fra gli altri, il turismo religioso.

Percorsi lungo tutto il nostro territorio attraverso tanti luoghi fantastici, testimonianze uniche per i nostri comuni valori cristiani. Da valorizzare sempre di più anche i percorsi enogastronomici ed il made in Italy».

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