Cè la teoria del pianto fino allo sfinimento: lasciar disperare il bebè insonne fino a quando non si addormenta. Oppure quella opposta, delle coccole a oltranza. Il piccolo va cullato e portato nel lettone con a mamma e papà. Come spesso accade, la verità sta nel mezzo, o meglio nellesperienza quotidiana. Ma, spesso, trovarla non è facile. Così i genitori a caccia del sonno perduto si affidano sempre più spesso a libri e manuali.
Spesso però non basta, come ha spiegato sul Times Tanya Byron, psicologa infantile e autrice di un manuale per genitori con bebè insonni, Little Angels, cioè «piccoli angeli». Per non trasformare lemozione di diventare genitori in un piccolo inferno quotidiano, lesperta suggerisce ai neo genitori di non eccedere. I metodi da manuale funzionano ma il vero trucco è non essere né troppo severi, né eccessivamente elastici. Meglio un sano controllo a distanza. Per calmare il bimbo basterebbe semplicemente rimanere accanto a lui senza parlare. «Ogni sera ci si deve allontanare un po - spiega la psicologa - fino a uscire dalla stanza». In alternativa cè la tecnica del pianto intervallato dalle coccole. «Per fargli capire che non è solo».
Altri manuali consigliano di tenere il piccolo in braccio finché non è quasi addormentato, in modo che il sonno profondo lo raggiunga quando è solo nella culla. Chi spiega di fargli fare la nanna mentre succhia il biberon.
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