Ecco tutti gli scogli della «Grande Unipol»

Ecco tutti gli scogli della «Grande Unipol»

Premafin, Fonsai e Milano aprono la porta a Unipol (con una due diligence limitata ai dati aggregati), ma l’acquisto di «casa Ligresti» da parte del gruppo di Carlo Cimbri è costellata di ostacoli. Oltre a evitare le maglie Antitrust, la compagnia bolognese dovrà infatti gestire una delicata integrazione delle reti di agenti e una probabile semplificazione dei marchi. Il tutto, sottolineano gli analisti, con un’esperienza nell’M&A limitata all’acquisto di Winterthur Italia. Il mercato, in sostanza, si chiede quante sinergie di costo sarà in grado di spremere la «grande Unipol». In attesa del piano industriale, si scommette su una drastica semplificazione delle strutture, sia come quartieri generali (che a oggi sono tre, Bologna, Milano e Torino) sia come direzioni tecniche, visto che sarebbe controproducente mantenere duplicazioni di funzioni. Resta poi da capire da quale livello partiranno i ricavi aggregati: una parte del fatturato delle due spose potrebbe, infatti, essere dissipato dall’integrazione, come peraltro è accaduto ai concorrenti di Allianz quando hanno messo mano alla rete italiana. Oltre alle sovrapposizioni geografiche, potrebbe pesare il fatto che Unipol ha abbracciato una politica di remunerazione che premia gli agenti dai portafogli più redditizi: un modo per fare pulizia, ma anche uno spettro che potrebbe indurre una parte della rete di vendita Fonsai a fare i bagagli. In pratica, un «dimagrimento pilotato» che potrebbe alleviare il verdetto dell’Antitrust che a suo tempo aveva costretto Generali a cedere Nuova Tirrena in cambio di Toro. Gli analisti di Bnp-Paribas sono tuttavia molto freddi sull’operazione: il giudizio è underform sia per Unipol sia per Fonsai, con target price rispettivamente pari a 30 e 55 centesimi. Ieri entrambi i gruppi hanno perso il 5% in Borsa. A impensierire sono la massa dell’aumento di capitale e il braccio di ferro con la Consob per ottenere l’esenzione dall’Opa.
«Tutto a posto, tutto tranquillo: andiamo avanti», ha rassicurato il dg di Fonsai, Piergiorgio Peluso dopo il cda. Ora Unipol ha una decina di giorni per una due diligence in partenza sommaria dal momento che non esistono offerte vincolanti, mentre il 27 gennaio ci sarà il board di Fonsai per il prezzo dell’aumento di capitale da 750 milioni. In realtà, è probabile che i tempi slittino: sulla vicenda si sta infatti creando una sorta di «ingorgo istituzionale» tra le richieste della Consob (che nel prospetto chiede di chiarire l’intervento Unipol) e l’Isvap che vuole rimettere in sicurezza la compagnia con urgenza. Fonsai ha comunque chiesto all’Isvap di spostare al 28/29 gennaio il termine per presentare le misure da adottare per riportare il margine di solvibilità verso quota 120% dopo la débâcle di fine anno.


Giovedì, intanto, è in programma l’incontro tra Banca Leonardo, advisor dei Ligresti, e le banche creditrici per trovare una soluzione a monte della catena di controllo. Il progetto è quello di una newco-fondo dove far confluire tutte le attività di Sinergia, da dare in gestione, anche per una valorizzazione a Hines, Sator o Fimit.

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