Ecofin, missione compiuta soltanto a metà

Necessarie regole comuni e un unico controllore per le banche. Difficile sciogliere il nodo dell’inflazione

Ecofin, missione compiuta soltanto a metà

da Milano

Tommaso Padoa-Schioppa rientra dal vertice Ecofin di Brdo, in Slovenia, soddisfatto a metà. Dal summit, qualche risposta per prevenire e gestire le crisi finanziarie è arrivata con la firma del memorandum d’intesa. Eppure, ha spiegato ieri il ministro dell’Economia, il passo in avanti «è ancora insufficiente». La riunione, tra l’altro, è stata movimentata dalla doccia fredda provocata dal drastico taglio alle stime di crescita 2008 dell’Italia da parte del Fondo monetario internazionale (più 0,3%) e anche di quelle della euro zona (più 1,3%), che non poco ha irritato il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Tps ha invece preferito adottare un profilo più basso, augurandosi che le previsioni degli esperti di Washington «siano troppo pessimistiche». In realtà, secondo il ministro «il peggio deve ancora venire», anche se «l’Asia continuerà a crescere e così potrebbe fare anche l’Italia pure in un clima che rende tutto più difficile».
È del resto evidente che una parte di responsabilità nell’attuale indebolimento del ciclo economico a livello globale, deriva anche dall’incapacità mostrata dagli organismi di controllo di vigilare e intervenire tempestivamente sulle aree di potenziale crisi. Già nell’autunno scorso, Padoa-Schioppa aveva sollecitato i colleghi ad accelerare gli sforzi per trovare una via d’uscita alla crisi.
Il memorandum d’intesa dimostra, invece, che la strada da compiere è ancora lunga. «Bisognerebbe applicare i suggerimenti di Lamfalussy che risalgono a sette anni fa e non sono stati attuati», ha avvertito il ministro. Che si è anche lamentato del fatto che «ce ne sono voluti circa la metà solo per creare i comitati che avrebbero dovuto metterli in atto». Per quanto sia stato importante essere entrati nell’ordine di idee di rafforzare i comitati di lavoro, così da consentire di decidere con il solo voto di maggioranza, «manca però ancora - ha affermato Padoa-Schioppa - l’indicazione di obiettivi precisi, uno dei quali, perfettamente raggiungibile, è quello di uniformare le regole e di far sì che i primi 20-30 gruppi bancari plurinazionali abbiano una messa in comune delle informazioni e una sede in cui vengono osservate contemporaneamente dagli stessi occhi».
Il titolare di via XX settembre si è quindi soffermato su altri due temi caldi, quello della corsa dei prezzi e quello legato alla finanza pubblica. Su quest’ultimo punto, Padoa-Schioppa ha ricordato che il prossimo 7 maggio il nuovo ministro dell’Economia riferirà sull’abrogazione della procedura di infrazione per deficit eccessivo, «il risultato più importante raggiunto negli ultimi due anni». Quanto all’inflazione, «vedo crescere la preoccupazione. Il pericolo inflazionistico sta ricomparendo dopo una pausa di molti anni. Salvo che per l’Italia, non è stato il primo problema in molti Paesi industriali».

Oggi i rialzi dei prezzi, ha dunque concluso, «hanno una spinta con carattere internazionale ed è ancora più difficile da affrontarli. Non credo che possiamo predicare una moderazione alimentare, così come in altri tempi si è predicata la moderazione salariale».

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