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Storage e batterie: flessibilità e affidabilità per la rete elettrica

Dalle batterie al litio alle soluzioni “second life” e termiche: lo storage è la chiave per una rete elettrica flessibile, sicura e capace di sfruttare al meglio l'energia rinnovabile

Storage e batterie: flessibilità e affidabilità per la rete elettrica
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Lo storage è diventato centrale per dare flessibilità alla rete e ridurre l'intermittenza delle rinnovabili. La transizione energetica procede veloce e porta con sé una quota sempre maggiore di energia prodotta da sole e vento. La disponibilità di queste fonti, tuttavia, non coincide sempre con i momenti di consumo. È per questo che i sistemi di accumulo sono diventati la “power bank” del sistema elettrico: immagazzinano energia quando ce n'è in eccedenza e la rilasciano quando la domanda cresce, rendendo la generazione rinnovabile più continua e affidabile.

L'importanza delle batterie

Il cuore di questa tecnologia coincide con la batteria elettrochimica, capace di rispondere in pochi millisecondi alle oscillazioni di frequenza, che segnalano momenti di ‘stress’ per la rete: se la rete ha un picco di domanda, il BESS (Battery Energy Storage System) eroga energia, se invece c'è surplus lo assorbe. In particolare, la tecnologia BESS più diffusa è oggi quella al litio-ferro-fosfato, scelta per sicurezza, modularità ed efficienza, e ulteriormente potenziata da software di controllo che orchestrano carica e scarica in tempo reale.

L'innovazione sta però aprendo anche nuove frontiere nella gestione del ciclo di vita delle batterie. L'approccio “second life”, per esempio, riutilizza moduli provenienti dall’automotive per applicazioni stazionarie, riducendo costi e impatto ambientale. Una delle realizzazioni più avanzate è il progetto Pioneer all'aeroporto di Roma-Fiumicino: 762 batterie esauste sono state trasformate nel più grande impianto italiano di storage second-life, integrato con l’impianto fotovoltaico già esistente affianco alla pista 3, per supportare il fabbisogno energetico dello scalo. Lo storage dunque non è solo sinonimo di flessibilità, ma introduce anche l’applicazione dell’economia circolare su scala industriale.

eolico enel

L'evoluzione dello storage

Nell'ambito del progetto BESS4HYDRO, a Dossi, in Valbondione, in provincia di Bergamo, il sistema BESS, con una batteria da 4 MW e 2 ore di accumulo, è totalmente integrata nell'infrastruttura elettrica e collegata allo stesso trasformatore, rendendo di fatto la batteria al litio e l’impianto idroelettrico a bacino un'unica unità di generazione, coordinata da logiche di controllo avanzate che migliorano tempi di risposta ed efficienza complessiva. Oltre a una maggiore flessibilità, l'ibridazione con la batteria comporta altri importanti vantaggi, come una maggiore efficienza delle turbine e maggiore produzione di energia pulita.

Ma per Enel nell’accumulo energetico non c’è posto solo per le batterie a litio: in provincia di Salerno troviamo invece il primo progetto Power-to-Heat realizzato dall’azienda con il Gruppo Magaldi, nel quale una “batteria a sabbia” accumula energia rinnovabile sotto forma di calore e la restituisce come vapore, fornendo energia termica quando serve.

L'evoluzione dello storage dimostra quindi che non esiste una soluzione unica, bensì un ecosistema di tecnologie complementari: dall'elettrochimico al

termico, dall'ibrido idroelettrico alle batterie di seconda vita. Integrare queste soluzioni consente di liberare tutto il potenziale delle rinnovabili, rendendo la rete più resiliente e il sistema energetico più sostenibile.

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