RomaIl rimbalzo delleconomia nei prossimi trimestri «potrebbe essere più vivace delle attese», e «il miglioramento degli indicatori emerge con chiarezza»; ma leffetto della crisi sulloccupazione sarà pesante anche nel 2010. Il governo «dà i numeri», quelli ufficiali della Relazione previsionale e programmatica. Il pil 2009 dovrebbe calare del 4,8%, per poi passare a +0,7% lanno venturo. Il tasso di disoccupazione sarà questanno all8,5%, crescerà all8,8% nel 2010, e scenderà all8,3% nel 2011. La pressione fiscale - cioè lincidenza di tasse e contributi sociali - sul pil toccherà il 43% questanno, per calare un po (al 42,5%) nel 2010. La spesa pubblica sarà pari al 43,1% del pil nel 2009 e al 42,7% nel 2010. Linflazione è stimata all1% e all1,5 per cento .
Dalle cifre emerge la necessita di un più attento monitoraggio della spesa pubblica. Lo conferma, in unaudizione alla commissione Bilancio della Camera, il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio. Ci sono 20 miliardi di spesa pubblica che «sfuggono a qualsiasi controllo, e altri 20 miliardi sono rimodulabili allinterno del Bilancio dello Stato», osserva. Alla Ragioneria non arrivano i bilanci di istituzioni ed enti (ad esempio la Corte dei conti e la Protezione civile) né quelli delle università. Canzio rileva poi che i proventi da condono o da dismissioni non dovrebbero essere utilizzati per coprire provvedimenti strutturali.
I numeri della Relazione, approvata insieme con la Finanziaria, disegnano lampiezza della crisi e dei suoi effetti sulleconomia e la finanza pubblica. Ci vorrà del tempo per ritornare a una crescita soddisfacente: per il triennio 2011-2013 il ministero dellEconomia ipotizza una media del 2 per cento. Bisognerà aspettare il 2011 anche per vedere una crescita delloccupazione, dopo un 2010 segnato dalla perdita di posti di lavoro in particolare nel settore industriale. È anche vero che, grazie agli interventi sugli ammortizzatori sociali, le perdite registrate dal mercato del lavoro in Italia sono inferiori alla media europea. Rispetto a questo quadro, la Finanziaria appena approvata è sostanzialmente neutrale.
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