Dal 2008 il settore ha perso 11,5 miliardi di ricavi. I ritardi della banda larga

Lo scenario tlc che si presenta a Vincent Bolloré, entrato in Telecom tramite Vivendi con il 14,9% del capitale, è particolarmente «sfidante», tra ricavi in calo (il giro d'affari del settore nel 2014 si è attestato a 42,5 miliardi in calo del 5%) e sete di investimenti, pari lo scorso anno a 5,9 miliardi, in costante crescita (+7% lo scorso anno rispetto al calo -3% registrato dagli investimenti effettuati nel Paese). Anche per questo per Vivendi è fondamentale entrare direttamente nella gestione di Telecom. Dal cda di ieri peraltro non pare essere emerso alcun elemento risolutivo sull'apertura al nuovo socio di riferimento francese. Tutto rinviato, secondo quanto dichiarato dal presidente Giuseppe Recchi, a un prossimo incontro con i vertici del gruppo francese. Piazza Affari nel frattempo prosegue alla finestra: Telecom Italia infatti ha chiuso la seduta a 1,18 quasi ferma.

Il rapporto sul comparto tlc presentato ieri da Asstel presenta più di uno spunto di riflessione per Vivendi che un anno fa è uscita dall'eldorado brasiliano per investire nel BelPaese. Il comparto è caratterizzato da una decisa trasformazione verso quell'era digitale prevista dagli obiettivi al 2020 definiti dall'Agenda Europea, ma nel frattempo ricavi e margini sono sottoposti a una forte pressione. Dal 2008 ad oggi infatti sono stati bruciati 11,5 miliardi, pari al 21% del valore iniziale, a causa soprattutto della decisa contrazione subita dagli operatori tlc e, in particolare, dell'erosione della telefonia mobile. Non solo. L'ampio divario tra la copertura delle infrastrutture di rete e il loro utilizzo delle stesse mostra una certa fatica nell'avvio dell'era digitale e di tutti i relativi redditizi servizi che avrebbero attirato Vivendi in Italia. Ad esempio a marzo la banda ultra larga mobile 4G (Lte) ha raggiunto l'84% della popolazione, ma solo il 6% delle sim ha un contratto 4G rispetto al 21% registrato in Germania.

Per quanto riguarda il fisso, la banda larga base vanta una copertura al 99% della

popolazione ma l'utilizzo è fermo al 23,4%. Ancora più d'élite l'uso della banda ultra larga fissa limitato allo 0,5% (rispetto al 6,9% registrato in Europa), nonostante la copertura abbia raggiunto il 32% delle abitazioni.

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