Economia

I risparmi sul conto corrente? Perché ora vengono "divorati"

Secondo "Deposit Solutions" lo scorso aprile 2020 si è raggiunta la cifra di 795 miliardi di euro per quanto riguarda il denaro depositato su conti correnti, con un incremento del 37,5% rispetto al 2015

I risparmi sul conto corrente? Perché ora vengono "divorati"

Gli italiani si confermano un popolo di risparmiatori, con somme di denaro lasciate prudentemente a giacere su conti correnti senza interessi. Si tratta, tuttavia, di denaro che va a svanire, almeno dal punto di vista del potere di acquisto, dato che si fa riferimento spesso a conti correnti bancari infruttiferi.

Secondo i dati raccolti da "Deposit Solutions", azienda che gestisce la piattaforma di Open Banking per i depositi a risparmio, in Italia il fenomeno avrebbe raggiunto ora il suo culmine. All'aprile 2020 si sarebbe raggiunta la cifra di 795 miliardi di euro depositati in conti correnti, con un incremento del 37,5% rispetto al 2015. Sempre stando a quanto esaminato da "Deposit Solutions", il 68% di questi risparmi resterebbe su conti correnti senza interessi. Una quota minimale (si parla del 5%) finisce su depositi a termine con un limitato rendimento.

L'abitudine di lasciar languire il denaro in depositi infruttiferi non appartiene soltanto ai cittadini del Belpaese. A quanto pare, infatti, in prudenza siamo superati dalla Spagna, che ha sui conti correnti ben l'86% del denaro risparmiato, con 17.700 euro pro capite. Simili a noi, invece, la Germania, che si attesta al 66%, e l'Inghilterra, al 68%. Come anticipato in precedenza, il fenomeno è in costante aumento. A livello europeo siamo passati da un 39% di risparmi su conti corrente registrato nel 2015 ad un 50% nel 2020. In 5 anni circa, dunque, siamo passati da 2.547 miliardi a 3.984 miliardi lasciati a giacere sui conti correnti. Nessun sostanziale cambiamento, invece, per quanto riguarda il denaro affidato a conti di risparmi, conti overnight e conti a tempo determinato: il totale rimane attorno ai 4mila miliardi.

"Gran parte del denaro degli italiani rimane parcheggiato in conti privi di interesse invece di essere impiegato in depositi a termine e questo comporta per i risparmiatori una perdita di rendimento anno dopo anno, anche in tempi di bassi tassi di interesse", spiega Ermanno Ciarrocchi, di "Deposit Solutions", come riportato da "Il Sole 24 Ore". A causa della cosiddetta "tassa occulta", ossia l'inflazione, in questi ultimi 5 anni gli italiani hanno avuto una perdita del potere d'acquisto pari a 22 miliardi. Il numero cresce esponenzialmente se si prende in considerazione l'intera Unione europea.

Un bene per le banche, che hanno così una considerevole risorsa a disposizione, tuttavia, spiega Ciarrocchi,"la liquidità vincolata a termine darebbe alle banche benefici legati a un miglior allineamento tra attivi e passivi, perché questo denaro potrebbe essere destinato per coprire attività a medio e lungo termine come ad esempio credito alle imprese o al consumo".

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