"Addio al diesel nel 2040. Anche l'Italia si prepari"

Realacci (commissione Ambiente): "Orizzonte realizzabile. Un rischio trovarsi impreparati"

"Addio al diesel nel 2040. Anche l'Italia si prepari"

Sarà il prossimo governo a decidere sul futuro dei motori diesel e benzina anche in Italia. Della possibile messa al bando di questi propulsori, per fare spazio a veicoli a zero emissioni, se ne parla da mesi nei corridoi dei Palazzi romani e anche nelle varie commissioni parlamentari. A fare da apripista, in proposito, sono stati il Regno Unito e la Francia che hanno identificato, nel 2040, l'anno dell'addio ai motori tradizionali a vantaggio delle vetture elettrificate.

Il tema è molto delicato considerato che in Italia, allo stato attuale e a differenza di altri importanti mercati europei, i motori a gasolio continuano a tenere botta, nonostante la crescita soprattutto dell'ibrido. «È importante prepararsi per tempo alla svolta - ricordava proprio ieri Giuseppe Bitti, ad di Kia Motor Italia -; e noi lo stiamo già facendo».

Il tema della mobilità ecofriendly è comunque al centro dell'attenzione del settore. E quella dell'auto elettrificata (elettrica o ibrida plug-in) è la strada sulla quale hanno deciso di convergere, per forza di cose, le Case automobilistiche.

Tra i sostenitori della possibile rivoluzione green in Italia, per ora solo sulla carta, è Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, il quale auspica «l'apertura della discussione quanto prima». «A questo punto - afferma - è essenziale fissare un orizzonte, come quello al 2040, tra 23 anni. Importante è attrezzarsi fin da ora sia per motivi ambientali sia per ragioni tecnologiche. Perdere questo treno significa fare un passo indietro. E a pagarne le conseguenze sarebbero le nostre imprese».

Il punto di vista di Realacci, che è stato a capo di Legambiente, è chiaro: «Alla domanda se vedessi ora con piacere un parco auto solo a metano, risponderei affermativamente; e la stesso varrebbe sulla sostituzione di tutti i veicoli diesel con quelli dotati di motori a gasolio Euro 6. Ma se mi si chiede se entrambe rappresentano le soluzioni per la mobilità tra 20 o 30 anni, la risposta è negativa. Tirare fuori dai motori tradizionali qualcosa di più ancora, penso sia alquanto difficile», osserva Realacci, con lo sguardo rivolto anche al recente memorandum d'intesa siglato da Fca ed Eni sullo sviluppo di carburanti low carbon.

Realacci, in questa chiacchierata con il Giornale, porta come esempio la voglia di green della Cina. Il governo di Pechino ha infatti deciso che nel 2019 il 10% delle auto vendute dalle Case dovranno essere elettrificate, quota che salirà al 20% nel 2025. «E il 2025 è dietro l'angolo», puntualizza il parlamentare.

A colpire l'ex presidente di Legambiente, oltre alla capitalizzazione in Borsa raggiunta dall'americana Tesla, è stata anche una frase pronunciata tempo fa da Mary Barra, presidente e ad di General Motors («nei prossimi anni l'auto cambierà molto di più di quanto è cambiata nell'ultimo mezzo secolo»). «Sull'orizzonte al 2040 occorrerà una convergenza ampia - conclude Realacci -: l'obiettivo è realistico e realizzabile».

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