Economia

Agcom avanti su Vivendi. Il governo respinge l'assalto Ue

L'authority apre l'istruttoria prevista dalla norma appena varata. Per il Mise "non c'è obbligo di notifica"

Agcom avanti su Vivendi. Il governo respinge l'assalto Ue

Non solo tribunali per il caso Mediaset-Vivendi. Ora c'è anche la parte istituzionale con uno scontro a distanza tra Ue e governo italiano che rivendica il diritto di applicare le leggi. E dunque, per valutare la legittimità della norma che impedisce a Vivendi di votare con tutto il pacchetto azionario del 28,8% detenuto in Mediaset, in quanto detiene anche una partecipazione rilevante in Telecom Italia del 24%, entra in campo anche l'Agcom. L'oggetto del contendere, tra governo italiano e Ue, è la nuova norma che assegna all'Agcom poteri di istruttoria sui temi del pluralismo tv dopo che la Corte di giustizia Ue ha definito contrario alle norme Ue l'articolo 43 del Testo unico sul sistema radio televisivo che impedisce a uno stesso soggetto di operare contemporaneamente nei mercati delle tlc e in quelli televisivi.

Ieri l'Authority per le tlc ha deliberato a maggioranza l'avvio di due istruttorie. Mentre il governo aveva già replicato con una comunicazione formale alla missiva della Ue, che contesta all'Italia la mancata notifica della nuova norma. L'Agcom ha esplicitato che «il procedimento è volto a verificare la posizione della società Vivendi, alla luce delle partecipazioni azionarie detenute in Telecom Italia e in Mediaset nonché dei relativi mercati in cui tali società si trovano ad operare». Mentre una seconda istruttoria «riguarda la società Sky Italia Holdings in ragione dell'attività svolta attraverso società direttamente o indirettamente controllate nei predetti mercati. I procedimenti avranno una durata di 120 giorni che decorrono dalla data di notifica ai soggetti interessati».

Non c'è dubbio comunque che il socio Vivendi sia particolarmente «ingombrante» per Mediaset. I francesi infatti hanno obbligato la società italiana a rinunciare a un progetto a cui teneva moltissimo: ossia lo spostamento della sede legale in Olanda dove avrebbe potuto far confluire le attività in Italia e Spagna e attirare nuovi partner per costituire un polo europeo per la tv generalista. Vivendi, che aveva evidentemente un altro progetto, ossia portare a termine la scalata in Borsa della società italiana, si è opposta in tutti i tribunali europei all'operazione. Non c'è dubbio che la conclusione della vicenda potrà arrivare soltanto quando si concluderanno le indagini penali, che vedono indagati i vertici della società francese, e la causa civile dove Mediaset e Fininvest hanno chiesto 3 miliardi di risarcimento a Vivendi per il mancato acquisto, a contratto firmato, della pay tv Premium. Ora nel calderone delle attività incrociate è entrata anche la pay tv Sky che ha recentemente lanciato servizi di tlc in fibra su rete di Open Fiber.

Oggiinfine il Tar dovrebbe rinviare la decisione di scongelamento delle partecipazione di Vivendi in Mediaset.

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