Air France-Klm non sbatte la porta ad Alitalia, anzi rilancia; ma alle sue condizioni. E sia ben chiaro: «Penso che siamo un partner più importante per loro di quanto loro lo siano per noi», dichiara senza troppi complimenti l'ad del gruppo franco-olandese Alexandre de Juniac, in un'intervista al Financial Times online. Non aderendo a dicembre all'aumento di capitale, il gruppo è sceso dal 25% al 7% del vettore italiano. Ma ora, per certi aspetti, un possibile investimento degli emiri in Alitalia rafforzerebbe la possibilità che Air France-Klm, che di Etihad è alleata, investa ancora nella compagnia italiana. Tanto più che le condizioni indicate da Abu Dhabi sono simili a quelle di Parigi, soprattutto sul nodo degli esuberi.
«Etihad porta denaro fresco - dice il numero uno di Air France - e anche una cooperazione in Oriente. C'è qualcosa che sta cambiando nell'affare». De Juniac potrebbe quindi «considerare positivamente» un investimento ma non intende fare sconti. «Tengo le condizioni fermamente sul tavolo e devono essere interamente soddisfatte», afferma il manager transalpino. E ribadisce: «Se i legami si spezzassero sarebbe dannoso per entrambi, ma probabilmente sarebbe più dannoso per Alitalia». In ogni caso, de Juniac precisa che Parigi, prima di arrivare ad una conclusione, dovrà aspettare la definizione dell'accordo con Etihad, in cui ci potrebbe essere qualche aspetto negativo, come quello di non essere «soli alla guida».
Intanto, Lufthansa torna alla carica, dicendosi - per bocca del portavoce Martin Recken - pronta ad aumentare il suo impegno sull'aeroporto milanese di Malpensa nel caso in cui la nuova Alitalia, dopo l'imminente accordo con Etihad, decida di concentrarsi maggiormente sullo scalo di Linate. Come appare sempre più probabile: agli emiri interessa molto l'aeroporto milanese, il terzo per volume di traffico passeggeri (più di 9 milioni) secondo i dati 2012. Tanto che la trattativa con Alitalia, secondo fonti vicine al dossier, prevede, tra le misure, il via libera istituzionale ad un più intenso utilizzo dello scalo cittadino milanese per le rotte verso tutte le capitali europee, Mosca, Istanbul e il Nord Africa. Direttrici che gli arabi, come i francesi, considerano commercialmente molto interessanti. Tanto più che la drastica riduzione, praticamente certa, dei voli sulla tratta Milano-Roma, dove la concorrenza del treno è feroce, libererebbe molti slot del city airport a favore delle destinazioni europee. Ma non è detto che la richiesta possa essere accolta. Il rilancio di Linate in chiave internazionale comporterebbe fatalmente un simmetrico ridimensionamento di Malpensa: una prospettiva che preoccupa il governatore della Lombardia, Roberto Maroni.
Battuta d'arresto intanto nelle trattative tra azienda e sindacati: per le organizzazioni dei lavoratori la proposta, fatta da Alitalia, che prevede la cassa integrazione a rotazione del personale di terra è «inaccettabile».
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