La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina si arricchisce di un nuovo capitolo: Jack Ma, fondatore e presidente del colosso dell'e-commerce cinese Alibaba, ha annunciato di non voler più creare un milione di posti di lavoro negli States come aveva promesso l'anno scorso a Trump. Il motivo sono i dazi, anche se Ma ha detto di non aver ricevuto pressioni dal governo cinese. E proprio la Cina pensa a come allentare le tensioni della guerra commerciale. Secondo un'indiscrezione riportata da Bloomberg, il Dragone vorrebbe abbassare le tariffe sulle importazioni dai suoi maggiori partner commerciali entro il mese di ottobre.
Non è ancora noto se il taglio inciderebbe anche sulle merci statunitensi. Né su quali prodotti. Anche se, secondo le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, la riduzione delle tariffe dovrebbe essere offerta a tutte le nazioni che ne fanno parte. Una decisione singolare. Il 24 settembre, infatti, entreranno in vigore le stangate di Trump su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Misura alla quale il presidente Xi Jinping ha risposto con 60 miliardi sulle merci statunitensi. Che senso avrebbe fare una mossa di segno opposto? Sembra un cambio di strategia. Dalla guerra dei dazi la Cina ha più da perdere. Gli Usa importano di più di quanto esportano in Cina, che nel 2017 ha avuto un surplus di 275 miliardi con gli States.
La Casa Bianca, quindi, ha più merci da tassare. La Cina vuole aprirsi di più a prescindere da Trump. E pur applicando dazi su alcune merci americane per vendicarsi, il suo obiettivo è aumentare le importazioni per stimolare i consumi di un'economia che rallenta. Già lo scorso primo luglio, sono entrati in vigore tagli alle tariffe che il Consiglio di Stato cinese ha voluto su beni d'importazione come cosmetici, vestiti ed elettrodomestici.
La mossa del governo cinese punta a trovare sponde magari proprio in quell'Europa ancora sotto schiaffo dei dazi Usa. E la Cina a quel punto potrebbe sedersi al tavolo con gli Stati Uniti e trattare per un accordo conveniente.
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