Aliquote, in arrivo stangata da 400 euro

Lo studio Uil: così Regioni e Comuni si rivarranno in media sui contribuenti dei tagli alla spesa previsti dal Def

Aliquote, in arrivo stangata da 400 euro

Roma - Sbaglia chi pensa di essere al sicuro. O chi crede di avere toccato il fondo (o il tetto, a seconda dei punti di vista) della pressione fiscale. Ci sono ancora margini di peggioramento, spazi per ulteriori stangate a danno di contribuenti già tartassati. E non stiamo parlando ancora una volta delle clausole di salvaguardia e dei relativi aumenti di Iva e accise.

A crescere ulteriormente potrebbero essere le ipertrofiche tasse locali, Tasi addizionali Irpef, già aumentate a dismisura negli ultimi anni. Scelta, in alcuni casi obbligata, per compensare i tagli che il governo ha chiesto a sindaci e governatori. Uno scaricabarile, insomma, con le autonomie locali trasformate in esattori delle tasse.

A fare il conto della stangata - per ora solo potenziale, è bene sottolinearlo - è uno studio del servizio politiche territoriali della Uil che prende in considerazioni la situazione dei tributi nelle principali città italiane.

Sotto la lente, le addizionali Irpef regionale e comunale, le imposte sull'auto (Ipt e Rc auto) e la Tasi.

Gli aumenti potenziali sono in media di circa 400 euro, ma sono molto differenziati. Si va dal modesto 92 euro all'anno di Roma - ma solo perché nella Capitale i contribuenti sono già stati spremuti - ai 651 euro di Firenze e ai 495 euro in più all'anno pro capite di Venezia. Per i milanesi, c'è ancora un bonus di 377 euro di tasse in più che i poteri locali potrebbero decidere di attivare, a Genova 370, Torino 291, 549 a Cagliari. Intendiamoci, tanto maggiori sono i margini di crescita delle tasse, tanto più virtuosi sono state le giunte. Perché significa che in passato non hanno esagerato.

Ma questa volta potrebbero farlo, sottolinea Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil che ha denunciato il rischio durante le audizioni parlamentari sul Def. «Da quello che hanno detto in quella sede province, regioni e comuni, sembra che il rischo di aumenti sia molto concreto. Upi, Anci e Conferenza delle regioni sono preoccupati perché il taglio ai trasferimenti li colpisce non solo sulle spese ordinarie, ma anche sugli investimenti pubblici che crollano. Non solo si aumentano le tasse, ma si mette a rischio la ripresa».

Dallo studio emerge che le province in via di quasi abolizione hanno già spinto tutte al massimo sulla imposta di trascrizione (Ipt) e di margini di «miglioramento» non ce ne sono. Stessa situazione per l'imposta sull'Rc auto, al massimo ovunque tranne che a Firenze, dove potrebbe crescere di uno 0,5%.

Gli aumenti maggiori potrebbero riguardare, manco a dirlo, la casa e i redditi. La Tasi potrebbe aumentare attraverso la fine delle detrazioni. Le altre imposte sugli immobili, Imu e Ici, sono già al massimo nei grandi centri metropolitani.

Gli aumenti più consistenti arrivano dall'Irpef regionale, che i governatori possono rimodulare ampiamente. Nell'anno fiscale 2015 l'aliquota può arrivare fino al 3,33%.

Per fare degli esempi, a Milano le diverse aliquote potrebbero aumentare in percentuale di circa l'1,66%. Quella minima, per i redditi fino a 15mila euro, di mezzo punto. A Venezia oltre i 15mila euro ci sono spazi per spremere i contribuenti per il 2,1%. Niente aumenti a Roma, ma solo perché le aliquote sono già al massimo.

Anche i

sindaci potrebbero decidere eliminare le esenzioni delle addizionali o portare l'aliquota al massimo. Come a Roma dove è lo 0,9%. Un bell'esempio, che presto decine di altri comuni in dissesto o semidissesto potrebbero seguire.

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