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Alitalia, Air France al bivio ALLARME Sindacati sul piede di guerra. Si apre la settimana della verità

Alitalia, Air France al bivio ALLARME Sindacati sul piede di guerra. Si apre la settimana della verità

«Se Air France non sottoscriverà l'aumento di capitale si diluirà al 6%. Mi auguro che la compagnia francese sia un interlocutore e creda in Alitalia, altrimenti darà la possibilità al governo e alla stessa compagnia italiana di reperire un partner internazionale», l'affermazione è di Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, e avviene all'inizio di una settimana caldissima sul futuro di Alitalia e sul fronte aereo del Paese. Domani dal cda di Alitalia sono attese le linee guida di un piano industriale, mentre entro la mezzanotte del 14 novembre Air France dovrà rispondere sull'adesione o meno alla ricapitalizzazione del vettore alleato.
Il progetto in discussione domani, messo a punto dall'ad Gabriele Del Torchio, dovrebbe contenere tagli e risparmi sia sulla capacità della flotta sia sul numero dei dipendenti. In particolare, ci si attende la messa a terra di una ventina di aerei, mentre il ridimensionamento degli organici dovrebbe prevedere almeno 3mila esuberi, con la messa in cig di 1.100 dipendenti e il mancato rinnovo di 2mila contratti a termine. La «cura dimagrante» potrebbe riguardare anche gli stipendi, con l'ipotesi di una riduzione del 20% di quelli superiori ai 40mila euro. Ma i sindacati già promettono battaglia dichiarandosi indisponibili ai tagli.
In ambienti vicini alla compagnia, comunque, si rafforzerebbe la convinzione che Air France-Klm non partecipi all'aumento di capitale. A questo proposito, il ministro Lupi ha precisato che la partecipazione di Poste al salvataggio di Alitalia è legata a possibili sinergie con la compagnia e non è invece dipendente dalle mosse di Air France. «Poste ha individuato una sinergia sul settore cargo, su tutto quello che riguarda l'e-commerce e il tema dell'informatizzazione - ha aggiunto Lupi -; sono cose che non riguardano Air France. E se in futuro ci fosse Etihad, Aeroflot o Air China, Poste sarebbe ugualmente interessata». «L'intervento di Poste - osserva il ministro - è ovviamente legato alla conclusione dell'aumento di capitale perché se questo gruppo deve entrare dopo un'analisi del piano industriale e delle possibili sinergie, lo potrà fare una volta visionato chi ha optato», partecipando all'operazione, «e chi non ha optato, perché Poste interverrà sull'inoptato; 75 milioni è quello che il gruppo ritiene possa essere l'investimento per un ritorno delle sinergie su Alitalia, e avverrà dopo la sottoscrizione».
Parigi, intanto, non smette di ribadire che il proprio ok è condizionato al rispetto di alcune precise condizioni, in primis la ristrutturazione del debito fino all'80% e una riduzione di capacità pari al 20%. E in una lettera ai vertici di Alitalia, Air France ha anche proposto la costituzione di team di lavoro congiunti per elaborare le nuove strategie della compagnia. Ma i vertici italiani hanno fatto intendere ai colleghi d'Oltralpe che prima di chiedere una collaborazione devono sottoscrivere la loro quota. In ogni caso, non bisognerà aspettare molto per capire le reali intenzioni di Parigi. Giovedì alle 24 ci sarà lo stop dei termini per la sottoscrizione, con il gruppo franco-olandese che sarebbe sempre più orientato a non sborsare i 75 milioni della propria quota (25%), che oggi ne fa il primo azionista della compagnia aerea italiana. «Quando sarà presentato il piano di Alitalia ne discuteremo - ha concluso Lupi -: l'aumento di capitale è la prima grande sfida e crediamo che i privati debbano credere nel progetto industriale.

Da parte nostra, abbiamo chiesto discontinuità e sostenuto, come governo, che ci interessa il piano strategico e quindi l'alleato internazionale per Alitalia, nonché il piano produttivo e l'occupazione. Questi sono i punti su cui ci confronteremo».

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