L'ultimatum di Atlantia, almeno per il momento, non sembra avere avuto effetto sul governo. Il premier Giuseppe Conte ieri ha riservato al caso parole più che prudenti: «È una situazione complicata, non lo nascondiamo, noi faremo il possibile». Il gruppo Benetton con la lettera dei giorni scorsi ha di fatto dato un ultimatum al governo. Fino a quando non sarà chiarita la vicenda della concessione di Autostrade per l'Italia, Atlantia non potrà impegnarsi sul salvataggio dell'ex compagnia di bandiera. Una condizione diventata esplicita. Ma la risposta del governo, almeno fino a ieri sera, non è arrivata. Conte ha ribadito che il nodo concessioni e il destino della compagnia non possono essere trattate insieme. «Alitalia è una questione, il procedimento amministrativo che è in corso da tempo su Autostrade è altra questione. La commistione tra i due piani per noi è inaccettabile», ha spiegato.
Altro elemento di incertezza, è la richiesta del governo a Delta di aumentare la quota di partecipazione alla cordata guidata della Fs dell'ad Gianfranco Battisti. Poi il possibile coinvolgimento di Lufthansa, che resta però interessata solo a una compagna con meno dipendenti.
L'ipotesi esuberi preoccupa i sindacati che ieri hanno chiesto al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli un incontro urgente. «Il rilancio di Alitalia è un banco di prova importante del governo. Ma anche i futuri azionisti devono dimostrare senso di responsabilità. In gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e gli interessi del Paese», ha commentato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Per ora nel governo sta prevalendo la linea dell'intransigenza. Ieri circolavano voci di un intervento sulle concessioni più drastico del previsto.
Ma l'atteggiamento di Conte potrebbe essere anche il riflesso di divisioni profonde all'interno dell'esecutivo sul tema. Da una parte ci sono il Pd e i renziani, che vorrebbero evitare interventi troppo drastici sulle concessioni.
Dall'altra parte il M5S che invece punta sulla linea dura. Quello che è certo è che la scadenza del 15 ottobre per le manifestazioni di interesse non potrà essere rispettata e che all'orizzonte si prospetta un altro rinvio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.