Alitalia, avanti anche senza Air France

Alitalia, avanti anche senza Air France

Ieri mattina, a poche ore dall'approvazione del piano industriale Alitalia che prevede efficientamenti e risparmi, Air France ha reso ufficiale la sua decisione di non partecipare alla ricapitalizzazione. Il no è stato accompagnato dall'intenzione di «restare un partner leale e serio di Alitalia nella continuità dell'alleanza industriale in corso». La motivazione principale del no non sta nelle linee industriali che vanno «nella giusta direzione», ma in quelle finanziarie «totalmente assenti». I francesi avrebbero voluto una profonda ristrutturazione del debito che le banche non hanno concesso. Il numero uno Alexandre De Juniac ha precisato: «Non abbiamo richiesto tagli di posti di lavoro, non vogliamo trasformare Alitalia in una compagnia regionale, non vogliamo sopprimere l'hub di Fiumicino. Non vogliamo comprare una compagnia per distruggerla»; sottolineiamo quel «vogliamo comprare», che dimostra un'intenzione solo differita. Il quotidiano francese Les Echos ieri si è spinto oltre: «Con la scelta di AF-Klm di non partecipare all'aumento, il fallimento di Alitalia nei prossimi mesi diventa una prospettiva più probabile» e segnala che la decisione sarebbe stata influenzata dagli olandesi.
Stando ai numeri, comunque, l'aumento ha già superato la soglia dei 240 milioni (anche su 300) necessaria per il suo buon fine: 71 sono stati versati da Intesa, Atlantia, Colaninno, Maccagnani, e altri 6 sono in arrivo da Pirelli. Aggiungendo le garanzie di 100 da parte delle banche e di 75 da parte delle Poste, l'obiettivo è centrato. Gli azionisti hanno tempo fino al 27 per decidere. Sul tavolo c'è anche la conversione volontaria del prestito di 150 milioni deliberato a febbraio e sottoscritto per soli 95: Air France ieri ha detto che convertirà la sua quota, e la combinazione delle due operazioni (sì conversione, no aumento) la porterà, secondo il direttore finanziario Philippe Calavia, a diluirsi intorno al 7%. Proprio ieri Intesa ha reso noto di aver svalutato a 5 milioni la propria partecipazione complessiva del 10% in Alitalia, valutando la società 50 milioni; va ricordato che in questa fase dell'aumento Intesa ha già versato 26 milioni come azionista e si appresta a versarne altri 50 di capitale come garante, in parte già anticipati. Il presidente del cds, Giovanni Bazoli, ieri ha detto che «ci sono sicuramente altre compagnie interessate ad Alitalia», stesso concetto espresso dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.
Ma i rapporti operativi tra Air France e Alitalia restano intatti. Nati nel 2001, rinnovati nel 2009 con Cai, prevedono la gestione comune di tutti i cosiddetti «fasci» Italia-Francia e poi attività condivise nella formazione, nelle manutenzioni, nelle vendite, comprese quelle dei voli transatlantici che vedono la presenza anche del partner Delta.

Sono proprio queste attività comuni, rodate e ormai difficili da smontare, che continuano a far pensare che Air France resta il candidato naturale, e forse l'unico, a rilevare Alitalia quando essa riterrà che sia giunto il momento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica