Qualcuno dice che forse già oggi da Bruxelles potrebbe arrivare il via libera della Commissione europea agli accordi tra Alitalia ed Etihad. La data ultima fissata dalle autorità europee è comunque lunedì prossimo. Questo (trascurabile) dettaglio di calendario sembra ormai l'unico elemento d'incertezza, perché sulla pronuncia dell'Antitrust nessuno ormai ha dubbi. Le ultime trattative hanno portato alla rinuncia di alcuni slot sulla tratta Roma-Belgrado, briciole; ricordiamo che Air Serbia è un'altra partecipata di Etihad e fa parte del suo network in Europa, quel sistema di collegamenti che l'Ue ha messo sotto la lente d'ingrandimento per accertare che non si creino posizioni distorsive della concorrenza. Il via libera sarà uno smacco per Lufthansa, la compagnia più danneggiata dallo sbarco di Etihad a Roma; il sistema creato da James Hogan, numero uno di Etihad, vede integrati i voli delle varie compagnie continentali riunite nella stessa famiglia. Lo scopo è quello di dare maggiore connettività e quindi sviluppare i singoli vettori, appoggiandoli agli hub del gruppo: Abu Dhabi e Roma innanzitutto, poi Berlino e Düsseldorf. Il code sharing appena inaugurato dalle cugine Alitalia e Air Berlin è eloquente.
L'ok delle autorità Antitrust è una condizione sospensiva degli accordi già sottoscritti da Alitalia ed Etihad. Successivamente al sì ufficiale, si passerà alla fase del closing definitivo, che troverà un passaggio formale nell'assemblea della (vecchia) Alitalia prevista in seconda convocazione per il 26 novembre. Poi, a seguire, i vari adempimenti legali e finanziari per arrivare, all'inizio del 2015, all'esordio della nuova compagnia.
Per quanto riguarda l'Unione europea, negli ultimi mesi si è ripetutamente parlato di altre due pendenze, relative alla proprietà sostanziale di Alitalia e ai presunti aiuti di Stato per l'ingresso delle Poste. Forse è bene chiarire che il nulla osta atteso a ore riguarda soltanto mercato e concorrenza; quanto agli aiuti di Stato, non si hanno notizie che l'eccezione sia andata avanti (e nessuno a Bruxelles si sbottona), mentre sul reale controllo di Alitalia va fatta un'osservazione: l'Ue non deve tecnicamente autorizzare l'acquisto del 49%; deve soltanto, nel caso in cui ravvisi un controllo di fatto diverso da quello legale, porre il suo veto. Poiché, almeno formalmente, l'italianità della compagnia è fuori discussione - rappresentata com'è dal 51% di Cai - da parte dell'Ue non è attesa alcuna comunicazione.
Le prossime settimane saranno dunque in discesa, verso la realizzazione di un progetto che ha avuto una gestazione di un paio d'anni.
Prima dell'avvio operativo del 1º gennaio, saranno formalizzate le nuove cariche al vertice: Luca di Montezemolo presidente, James Hogan vicepresidente e Silvano Cassano amministratore delegato. Appare chiaro che l'uomo forte, ovviamente, sarà Hogan, che ha piena fiducia in Cassano, col quale ha una vecchia consuetudine di lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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