I commissari di Alitalia si appellano ai sindacati: «Sollecitate voi il governo per accelerare la scelta del partner». Al tavolo di ieri, pochi i dati significativi: la cassa ridotta a 506 milioni, la cancellazione dell'ordine di tre Airbus 321, dimezzate nel 2018 le perdite operative. Intanto s'infittiscono le ipotesi: Delta in vantaggio con Air France, Lufthansa determinata, FS impegnate, governo azionista, Easyjet ormai defilata. Quote da definire, capitale ipotizzato 1 miliardo. Poco per un rilancio, ma sufficiente per una compagnia ridimensionata.
Vediamo le strategie dei pretendenti. Per Delta l'Italia è una delle prime 5 destinazioni turistiche dagli Usa. L'interesse di Delta è di rafforzarsi sulle rotte del Nord Atlantico, dove dal 2010 esiste un cartello che raggruppa Delta, appunto, Air France, Klm e Alitalia. Le quote di capacità assegnate non possono essere modificate: acquisendo il vettore italiano, Delta aumenterebbe la quota dei suoi profitti. La logica sarebbe quella dello sviluppo industriale: la compagnia di Atlanta è molto solida, ha già messo piede in Europa con l'acquisto del 10% di Air France ed è sempre più forte nell'alleanza SkyTeam. Ma un'operazione espansionistica ha senso solo se si comanda. Delta, extracomunitaria, non può superare il 49% (come Etihad) ma con un accorto gioco di quote o di accordi l'alleanza Air France-Delta potrebbe comandare. Si tratta di due soggetti diversi ma compatibili, e con una antica consuetudine in Sky Team. Air France potrebbe essere più interessata al medio raggio di Alitalia, in due chiavi: acquisizione di quote di mercato e utilizzo per i passeggeri italiani dell'hub di Parigi. AF vuole poi sbarrare la strada a Lufthansa, che con Alitalia allargherebbe il suo dominio in Europa e che alimenterebbe il suo hub di Francoforte.
Quanto a Lufthansa, è in buona salute, forte in Star Alliance ed è anch'essa interessata ad acquisire quote di mercato e a sviluppare i collegamenti atlantici. Rispetto a Air France ha il vantaggio di non aver già negativamente sperimentato alleanze con Alitalia. Lufthansa non transige: 51% o niente, e dopo una pulizia che potrebbe dimezzare il personale e a ridimensionare la flotta. Se acquisita dai tedeschi, Alitalia entrerebbe nel gruppo con una logica più di integrazione che di autonomia. In questo caso con acquisti di aerei centralizzati e rete decisa a Francoforte l'investimento potrebbe essere anche relativamente contenuto, e un miliardo potrebbe bastare.
Infine le Fs: hanno il ruolo di regista dell'operazione e di futuro socio importante, ma non possono
tradire i pendolari. L'integrazione treno-aereo, allo stato, appare un apprezzabile esercizio accademico: per la creazione di una vera logistica integrata, con stazioni, aeroporti, porti, occorreranno i prossimi vent'anni.
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