Manca un mese alla definizione dell'offerta vincolante per la nuova Alitalia da parte della cordata composta da Fs, Atlantia, Delta e ministero dell'Economia. È fissato entro fine agosto un incontro negli Stati Uniti con i vertici della compagnia americana, che ha sede ad Atlanta, da parte dei soci italiani della cordata.
Tra i nodi ancora da sciogliere gli esuberi e la governance. Delta ha messo a punto nei mesi scorsi una bozza di piano insieme a Ferrovie dello Stato, con l'ad Gianfranco Battisti che ha seguito in prima persona il dossier. Atlantia ha già chiesto alcune modifiche sullo sviluppo dei ricavi e del lungo raggio e sul miglioramento dei servizi a terra. Vi sono, però, ancora alcuni punti da modificare. Gli esuberi erano stimati a quota 2.800 con una flotta di un centinaio di aeromobili (dagli attuali 118). Da ridefinire pure la partnership, nell'ambito dell'alleanza Sky Team con la stessa Delta, Air France-Klm e Virgin. Da sciogliere, infine, il nodo della governance, con l'individuazione dell'ad per il quale si fanno i nomi dell'ex Ceo di Meridiana Roberto Scaramella, del commissario Stefano Paleari, dell'attuale direttore commerciale Alitalia Fabio Lazzerini e dell'ex numero uno della compagnia Rocco Sabelli. La crisi di governo rischia di pesare sull'iter, ma Delta non intende tirarsi indietro.
«Per noi la discussione va avanti e confermiamo il nostro interesse a diventare azionista di minoranza in una Alitalia riorganizzata», hanno fatto sapere da Atlanta.
L'offerta (da presentare entro il 15 settembre) dovrà essere valutata dai commissari e dal ministero dello Sviluppo. Il miglioramento dei risultati commerciali non dovrebbe comportare nuovi problemi di liquidità alla compagnia prima dell'inizio del 2020.
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