A tre settimane esatte dalla sua nomina al vertice di Alitalia, Gabriele Del Torchio ha dovuto presentare al cda una trimestrale praticamente «non sua», ma con numeri, ancora una volta, poco incoraggianti. Se guardiamo, come prima cosa, l'ultima riga del bilancio - ovvero il risultato netto - troviamo che la perdita del periodo gennaio-marzo 2013 è stata di 157 milioni, 26 milioni più dei 131 bruciati nel primo trimestre dello scorso anno; la perdita operativa è stata di 136 milioni, contro i 109 del 2012. Anche l'indebitamento finanziario è peggiorato: 1.023 milioni, inclusi i 95 raccolti dai soci come finanziamento (sui 150 richiesti); alla fine del 2012 lo stock di debiti era a quota 967 milioni.
La compagnia, che ha diffuso questi dati dopo il cda di ieri, si consola guardandosi attorno: per esempio, ha reagito meglio dei concorrenti al crollo dell'11% del mercato nazionale, attestandosi a un -7,4% dei ricavi; in altre parole, ha guadagnato posizioni sui concorrenti. Meglio comunque è andata sulle tratte europee, quelle dove morde la concorrenza delle low cost, dove c'è stata una crescita di ricavi dell'1,1%, mentre quelle intercontinentali hanno registrato un più 11,5%; quest'ultimo tuttavia è un comparto redditizio ma dal perimetro ridotto. I ricavi da traffico passeggeri sono complessivamente aumentati dell'1,2%; il dato assoluto del trimestre, 729 milioni, si confronta con i 776 milioni del primo trimestre del 2012: questo perché sono scesi significativamente i ricavi non ricorrenti, 22 milioni oggi, 69 milioni allora.
Alitalia va fiera del proprio prodotto, che per puntualità e regolarità risulta essere uno dei migliori in Europa; aumenta anche l'indice di riempimento degli aerei (superiore al 70%), e migliora quello dei bagagli disguidati, 5,5 ogni mille passeggeri.
Il punto quindi è chiaro: la compagnia sa confezionare un buon prodotto che però non trova il giusto riscontro sul mercato. Del Torchio presenterà il proprio piano industriale entro giugno.
Infine, per quanto riguarda il finanziamento dei soci, il vicepresidente Salvatore Mancuso (Equinox) non ha ancora sottoscritto la propria quota-parte; i termini scadono comunque a luglio.
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