Bruxelles blocca le nozze tra Alstom e Siemens, ponendo così un freno all'asse Parigi-Berlino. L'operazione avrebbe dato vita, secondo quanto deciso a settembre 2017, al campione europeo delle infrastrutture ferroviarie con 15 miliardi di giro d'affari, la metà delle vendite della cinese Crrc Cop ma il doppio della canadese Bombardier
A giudizio della Commissione europea le misure correttive proposte dalle due ex spose non erano sufficienti a evitare «una concentrazione tale da comportare prezzi più elevati sui sistemi di segnalazione e sui futuri treni ad altissima velocità». A opporsi alle nozze sono stati in particolare gli Antitrust di Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Spagna. Il provvedimento Ue è quanto mai inconsueto: in trent'anni di attività, ovvero dal 1989 quando è stato riconosciuto il potere di veto, l'Antitrust ha approvato oltre 6mila accordi e ne ha vietati una trentina. Tra cui appunto quest'ultimo, che avrebbe unito il costruttore del Tgv a quello dei treni tedeschi ad alta velocità Ice.
Il «no» al matrimonio franco tedesco nelle ferrovie era nell'aria nonostante il crescente pressing di Parigi e Berlino sulla Ue, a cui l'operazione era stata presentata come la sola in grado di arginare la concorrenza cinese. Uno scenario smentito dal commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager: «Le imprese cinesi non hanno letteralmente alcuna presenza nella Ue, perché il segnalamento ferroviario europeo ha standard molto elevati.
Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese, ha subito definito la decisione «un errore politico» e «obsoleta» la normativa in materia, per poi cinguettare: «Con la mia controparte tedesca, Peter Altmaier, faremo proposte per rifondare queste regole e avere una politica industriale europea più ambiziosa». La Germania «si impegna a modernizzare la legge sulla concorrenza e sui cartelli», ha chiosato Berlino.
Ma ora è anche Roma a guardare con rinnovata preoccupazione ai due dossier caldi in mano ai commissari europei: il lodo del salvataggio Alitalia e l'asse Fincantieri-Stx.
L'indagine sulla ex compagnia di bandiera, che il governo vuole unire alle Ferrovie dello Stato, «è ancora aperta», «la scadenza per la restituzione del prestito ponte è stata prorogata» ma la valutazione «potrebbe svilupparsi in una doppia operazione: sulla valutazione degli aiuti di Stato e sulla fusione. Ma rimane da vedere, non ci sono ancora conclusioni», ha intanto avvertito ieri la stessa Vestager.
L'altro nodo sul tavolo è l'acquisizione della francese Stx da parte di Fincantieri, su cui proprio l'asse Parigi-Berlino ha chiesto un supplemento di indagini a Bruxelles. In gioco c'è l'effettivo controllo del nuovo gruppo e quindi gli equilibri del ricco business delle navi.
Per Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, le nozze italo francesi metteranno «l'industria europea in una situazione di maggiore competitività» nel mondo «senza che vi sia una situazione di rischio per la concorrenza». Anzi, dall'operazione deriveranno «molte opportunità proprio sotto il profilo delle collaborazioni industriali».
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