Anche Tod's accusata di caporalato. Il pm milanese chiede il commissario

Nel mirino la filiera. Il gruppo: "Rispettata la legge"

Un'immagine del laboratorio-dormitorio cinese di Baranzate
Un'immagine del laboratorio-dormitorio cinese di Baranzate
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La Procura di Milano ha chiesto la misura di prevenzione dell'amministrazione giudiziaria per Tod's spa, il marchio di lusso guidato dalla famiglia Della Valle, per "avere agevolato" colposamente "un pesante sfruttamento lavorativo" nella sua filiera. L'azienda, al momento, non risulta indagata. Nella richiesta del pubblico ministero Paolo Storari, arrivata nei mesi scorsi, si parla di "paghe da fame, lavoro notturno e festivo, luoghi fatiscenti dove si lavora e si mangia e si dorme, macchinari privi di sistemi di sicurezza per aumentare la produttività" che concretizzano "condizioni di lavoro ottocentesche". Si tratta del sesto procedimento di questo tipo, dopo quelli che avevano interessato Loro Piana, Valentino, Alviero Martini, una società del gruppo Armani e una controllata italiana della maison francese Christian Dior. Anche in questo caso, le indagini sono state avviate dopo una serie di ispezioni dei carabinieri in alcuni laboratori cinesi situati lungo la catena di appalti e subappalti del marchio, sia nell'area milanese sia nelle Marche.

Il ricorso è rivolto alla Cassazione che dovrà valutarlo dopo l'iniziale rigetto arrivato dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. La richiesta della procura era stata respinta perché, nel caso dei laboratori lombardi, aveva ritenuto che il mancato controllo sui subfornitori sarebbe stato da attribuire alla società appaltante italiana cui Tod's aveva affidato la commessa in prima battuta, che a sua volta aveva subappaltato ai laboratori cinesi. Il Tribunale aveva anche eccepito che i capi di abbigliamento erano destinati ai dipendenti di Tod's e non alla vendita.

Per quel che riguarda invece i laboratori cinesi nelle Marche, cui Tod's aveva direttamente appaltato la produzione di tomaie, il Tribunale aveva stabilito che la competenza a procedere spettasse alle autorità giudiziarie marchigiane. A maggio la Corte d'Appello di Milano aveva eccepito che siccome il fatturato maggiore riguarda i laboratori marchigiani, la competenza territoriale è di Ancona. La procura di Milano ha impugnato la decisione e il prossimo 19 novembre, davanti alla Cassazione, è fissata l'udienza per stabilire se a procedere sarà Milano o Ancona.

In una nota, Tod's conferma di aver ricevuto la notifica precisando che il documento non specifica i procedimenti oggetto della convocazione. L'azienda ribadisce che "rispetta la normativa vigente e che vengono eseguiti controlli costanti nei confronti dei laboratori da noi selezionati e utilizzati, i quali sottoscrivono accordi, prima di cominciare a operare con il nostro gruppo, che garantiscano la qualità dell'ambiente di lavoro dei loro dipendenti e il rispetto dei contratti nazionali di lavoro".

E poi sottolinea la "molta amarezza nel

pensare che se fossimo stati interpellati al momento opportuno, quindi molti mesi fa, avremmo potuto spiegare con chiarezza la nostra organizzazione produttiva, che è sempre stata disciplinata rispettando regole e leggi".

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