Continua a calare senza sosta la domanda di mutui in Italia. Secondo il Barometro Crif che fotografa l'andamento del mercato, in aprile la flessione ha raggiunto la doppia cifra: -10,8%. Una discesa che accentua il trend registrato nel primo trimestre 2019 che aveva visto le richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane flettere del 7,9%. «Un calo riconducibile - ha commentato Simone Capecchi, direttore esecutivo di Crif - al ridimensionamento dell'incidenza dei mutui di sostituzione dovuta alla contrazione del bacino di mutuatari per i quali l'operazione di rinegoziazione del vecchio finanziamento risulta ancora conveniente». Insomma, si è esaurita l'ondata di coloro che hanno cambiato il mutuo grazie ai mini tassi. «D'altra parte continua Capecchi non si arresta la crescita dell'importo medio richiesto». Il valore ha visto un rialzo del 3,7% a quota 130.311 euro: a livello di singole rilevazioni mensili si tratta del 2° valore più elevato dal 2013. Quanto alla distribuzione per fasce d'importo, ad aprile le richieste si sono concentrate prevalentemente tra 100 e 150mila euro (29,4%), ma va sottolineato come i mutui di importo inferiore ai 75mila rappresentino comunque un quarto del totale.
Sul fronte durata, si allungano i tempi. Le preferenze delle famiglie vedono uno spostamento verso la classe compresa tra i 26 e i 30 anni, che arriva a spiegare il 25,1% del totale. Complessivamente i piani di rimborso superiori ai 15 anni rappresentano quasi il 75% delle richieste totali confermando la preferenza degli italiani a privilegiare soluzioni in grado di alleggerire la rata mensile. Anche in aprile i richiedenti di età compresa tra i 35 e i 44 anni rimangono maggioritari, con una quota pari al 33,8%, seppur in leggero calo rispetto al dato del 2018.
Numeri allarmanti? «Nell'anno in corso le erogazioni di nuovi mutui residenziali dovrebbero mantenersi in territorio positivo anche grazie ai prezzi appetibili al metro quadro ma, guardando a un arco temporale più ampio, bisognerà valutare l'impatto di eventuali rialzi dei tassi. Al momento conclude Capecchi - il comparto beneficia di un livello di rischiosità in progressiva riduzione, anche per effetto di politiche di offerta caute attuate negli ultimi anni».
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