«Dai creditori proposte assurde: non le accettiamo». È sera quando, davanti al Parlamento, il premier greco Alexis Tsipras dà la misura dello strappo che si è consumato con l'ex Troika. Una lacerazione così profonda da rispedire ieri i mercati nell'inferno dell'incertezza e nell'incubo del default. Se il -5% di Atene, la Borsa che più di tutte aveva scommesso sull'happy end, è la sintesi migliore delle rinnovate paure degli investitori, il contorcimento degli altri listini è altrettanto preoccupante. A cominciare da Piazza Affari. Con le banche legate a filo doppio alle evoluzioni dello spread Btp-Bund, risalito fino a 140 punti, il listino milanese è sceso del 2,1% dando l'addio a quota 23mila. E nelle altre piazze le perdite non sono state inferiori all'1%.
Il timore è che lunedì, alla riapertura delle piazze finanziarie, l'ondata di pessimismo monti ulteriormente. Saltato ieri un nuovo incontro tra Tsipras e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker (un altro segnale dell'alta tensione tra le parti), non previsti nel week-end incontri in grado di sbloccare l'impasse, la prima data utile per un nuovo vertice a Bruxelles non sarà prima di mercoledì 10. Una data troppo lontana per uno scenario che l'agenzia di rating Fitch dipinge in modo inquietante, nel punto in cui arriva a definire «una possibilità reale» il default della Grecia sui bond sovrani detenuti dagli investitori privati. Fitch sottolinea inoltre come sia una prova della crisi di liquidità di Atene aver deciso di saldare in un'unica soluzione, a fine mese, il prestito da 1,6 miliardi concesso dal Fondo monetario internazionale “saltando“ il rimborso di 305 milioni previsto l'altroieri. Un voltafaccia improvviso che ha irritato i creditori. È «un brutto segno» sia per i negoziati con le istituzioni sia per i mercati, hanno spiegato fonti vicine alle discussioni.
La versione ellenica è, ovviamente, opposta. «La decisione dimostra che nessuno vuole la rottura», ha detto il leader di Syriza, secondo cui «la proposta Juncker è stata una sorpresa sgradevole. Voglio sperare che sia ritirata, non possiamo accogliere proposte assurde». L'accusa rivolta ai creditori è di aver fatto rientrare dalla finestra il vecchio accordo tra la Troika e il governo Samaras. Quello, insomma, dell'austerity. Quello, considerato insostenibile per famiglie che hanno perso quasi il 40% del proprio reddito, che sarebbe stato imposto - rivela der Spiegel - da Bce e Fmi, contrari a ulteriori concessioni visto che la sostenibilità del debito è già a rischio. Anche Tsipras se ne rende conto, e considera «la ristrutturazione del debito» la sola via percorribile, come ha spiegato in Parlamento. Tema delicatissimo diventato - a quanto pare - terreno di scontro tra la Cancelliera Angela Merkel, favorevole a concedere 50 anni di tempo alla Grecia per ripagare i debiti, e il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. Secondo il Financial Times, Atene avrebbe presentato un piano che prevede un taglio del debito dall'attuale 180% al 93% nel 2020 e al 60% nel 2030. I 27 miliardi di titoli in mano alla Bce dovrebbero passare all'Esm per rendere meno gravosi i tassi d'interesse ed evitare così di versare 6,8 miliardi all'Eurotower tra luglio e agosto.
L'Fmi verrebbe inoltre rimborsato per il 45% (9 miliardi) attraverso gli interessi ricavati dai bond custoditi dalla Bce. Atene suggerisce infine un haircut del 50% del prestito da 144 miliardi contrattato con il fondo salva-Stati Efsf e l'incremento dei relativi interessi dal 2,5% al 5%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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