Atlantia cambia idea e guarda l'Alitalia

All'ad Castellucci il mandato di studiare piano industriale e azionariato della compagnia

Atlantia cambia idea e guarda l'Alitalia

Atlantia si avvicina ad Alitalia ma non prende decisioni. Il cda che si è riunito ieri pomeriggio ha dato mandato all'ad Giovanni Castellucci di approfondire i termini dell'operazione, specie quelli relativi al piano industriale e quelli riguardanti l'azionariato.

In serata è stato diffuso un comunicato stesso testo della lettera inviata a Mediobanca - nel quale la società preso atto dell'interesse della controllata Aeroporti di Roma per una compagnia di bandiera competitiva e generatrice di traffico, ha dato mandato al Ceo Giovanni Castellucci di approfondire la sostenibilità ed efficacia del piano industriale relativo ad Alitalia inclusa la compagine azionaria e il team manageriale e gli opportuni e necessari interventi per un duraturo ed efficace rilancio della stessa. Castellucci, che ha mandato pieno, riferirà prossimamente al consiglio per le opportune valutazioni ed eventuali connesse deliberazioni.

Atlantia dunque ufficializza per la prima volta il proprio interesse ma sembra prendere tempo e rende possibile piuttosto, vista la fluidità degli avvenimenti, un ulteriore slittamento del termine, fissato per lunedì.

Intanto si sta mostrando particolarmente attivo Carlo Toto, il fondatore di Air One, che sta confrontando con le Ferrovie le proprie idee di sviluppo della compagnia per verificare se possa esserci convergenza d'intenti. Stando ad alcune indiscrezioni, Toto si propone come principale azionista nella newco, forte della sua esperienza industriale nel settore, e si rende disponibile a rilevare il 37% del capitale subito, più un'opzione call (diritto di acquisto) per salire sopra il 50%: in altre parole, vorrebbe comandare.

Il piano industriale delle FS, elaborato insieme a Delta quello che sarà approfondito da Castellucci - contiene alcuni elementi caratteristici: qualche progetto di intermodalità aereo-treno, naturalmente, per giustificare l'intera operazione, poi un focus sui Paesi dei Balcani ai quali offrire i voli atlantici via Roma, una flotta stabile rispetto alle dimensioni attuali, molti tagli di costi (da far digerire ai sindacati), manutenzione esterna al perimetro societario. Un piano in sostanziale continuità rispetto alla gestione commissariale che, stando agli ultimi dati diffusi, avrebbe ridotto le perdite giornaliere da 1,5 milioni di un anno fa a 700mila euro. In tre anni, nel piano delle Ferrovie, è previsto il raggiungimento di un ebit positivo.

Il piano proposto da Toto è molto diverso: incremento della flotta di lungo raggio (con aerei nuovi da finanziare attraverso il credito bancario), un focus mirato sui Paesi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente; verrebbe rinnovato il modello di prodotto, con politiche commerciali più aggressive; le manutenzioni sarebbero tenute all'interno del perimetro aziendale, come parte del business: l'utile arriverebbe già il secondo anno. Tra le proposte di Toto al vaglio di Ferrovie e del loro advisor di Mediobanca, - anche una revisione di molte regole di sistema che oggi penalizzano la compagnia nazionale nei confronti di concorrenti stranieri, non solo low cost, con un'attenzione particolare per le norme che regolano l'aeroporto di Linate.

Se

ad Alitalia serve un partner industriale forte, Toto pare candidarsi ad esserlo. Magari anche in tandem con Atlantia, a condizione sembra di capire di avere sintonia d'intenti e di tenere bene in mano la cloche di comando.

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