At&T, adesso "piange" il telefono. Gli americani non pagano le bollette

Il big delle tlc ammette: "Impatto da 2 miliardi". Giù il titolo. Preoccupa il debito delle famiglie, occhi sulla stretta della Fed

At&T, adesso "piange" il telefono. Gli americani non pagano le bollette

Salassata dal gallone impazzito alle pompe di benzina, presa alla gola dai rincari del carrello della spesa e azzoppata dalle rate del mutuo sempre più alte a causa delle continue strette della Federal Reserve, l'America che consuma inizia ad adottare misure di auto-difesa. Così, comincia ad assumere la fisionomia del fenomeno di massa il pagamento in ritardo, da parte di famiglie e single, delle bollette telefoniche. Proprio nel giorno di presentazione dell'ultima trimestrale, AT&T è stata costretta ad ammettere che questa rudimentale forma di salvaguardia dei portafogli impatterà sui suoi flussi di cassa per qualcosa come due miliardi di dollari quest'anno. Un prosciugamento di liquidità che non è piaciuto a Wall Street, dove il titolo del gestore wireless ha incassato giovedì sera un -10% dopo la presentazione della trimestrale e un altro 3% ieri (a un'ora dalla chiusura).

Ma più che la picchiata alla Borsa di New York, preoccupa lo stato di salute delle tasche degli americani. Bloomberg ha di recente sottolineato come il wireless sia stato a lungo considerato un servizio essenziale, anche per i ceti meno abbienti. Nel futuro prossimo venturo è invece probabile che neppure i super-sconti sui cellulari riescano a far scattare la molla per sottoscrivere nuovi abbonamenti. Colpa degli elevatissimi livelli di indebitamento raggiunti dal popolo dei consumatori a stelle e strisce. Gli ultimi dati disponibili, relativi ad aprile, indicano che il credito al consumo è esploso a 38,1 miliardi di dollari, di cui quasi 18 miliardi riconducibili all'uso più o meno disinvolto delle carte di credito. Altri 21 miliardi di debiti vanno invece messi in conto alla voce prestiti: sia quelli per far studiare i figli, sia quelli per l'acquisto di un'auto. Di fatto, l'America è seduta sulla montagna dei debiti, alta 1.1100 miliardi, creata da Main Street.

L'indebitamento come se non ci fosse un domani è l'ultima frontiera per una classe media che ha già bruciato la liquidità in eccesso accantonata per far fronte a un'inflazione galoppante. Col risultato di far precipitare il tasso di risparmio vicino ai minimi raggiunti ai tempi del crac di Lehman Brothers. Ciò ha un effetto collaterale evidente: sparendo la spesa per consumi garantita dai risparmi, i contraccolpi sulla crescita 2022 saranno via via più pesanti. Non solo a causa della corsa dei prezzi, ma anche per l'impatto recessivo del rialzo dei tassi da parte della Fed. La banca guidata da Jerome Powell si riunirà la prossima settimana, con una probabilità del 73% che aumenti di altri 75 punti il costo del denaro. Dopo l'inattesa stretta dello 0,50% da parte della Bce, alcuni analisti ipotizzano però che Eccles Building decida di forzare la mano con un incremento dei tassi di un punto percentuale. Un giro di vite che farebbe lievitare le chance di recessione.

L'aumento dei prezzi di ieri dei T-Bond esprimeva appunto i timori di quella contrazione economica che da tempo Morgan Stanley non esclude possa verificarsi entro la fine dell'anno. Ecco perché i ritardati pagamenti delle bollette ad AT&T rischiano di essere il classico canarino nella miniera, ovvero il primo sintomo di un'asfissia generale dell'economia Usa.

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