Auto, Europa paralizzata «Ora tocca a Marchionne»

Auto, Europa paralizzata «Ora tocca a Marchionne»

«Tra le aziende automobilistiche europee non c’è accordo sul tema della sovraccapacità produttiva. I tedeschi non ne vogliono sentir parlare. Io posso fare un’azione politica solo nel momento in cui cambia lo scenario».
Alla vigilia dell’ultima riunione di «Cars 21», il vicepresidente Ue e commissario all’Industria, Antonio Tajani, affronta con il Giornale alcuni dei temi che saranno sviscerati nella riunione odierna. Tra questi, messo sul tavolo in più occasioni da Sergio Marchionne, soprattutto nelle vesti di presidente di turno dell’Acea (l’associazione dei costruttori europei di autoveicoli), c’è quello dell’eccesso di produzione che, se non risolto, rischia di incidere negativamente sui programmi di sviluppo del settore nel Continente.
Tajani, in qualità di membro della Commissione e quindi obbligato a mantenere una posizione equidistante, fa capire di aver le mani legate in merito, e rimbalza la palla a Marchionne che, tra l’altro, ha già avuto modo di scontrarsi con i colleghi ai vertici dei gruppi automobilistici tedeschi.
Inutile dire che l’argomento (l’industria europea produce il 20% di automobili in più di quanto sia in grado di vendere) animerà buona parte del vertice, dentro e fuori la sala, anche perché Marchionne, sul tema, non intende cedere. Tajani, comunque, lascia aperto uno spiraglio: «Più è alto il denominatore comune, maggiore sarà il nostro livello d’azione».
Marchionne, insomma, dovrà tentare l’impresa di creare una squadra unita, che non guardi agli interessi di bottega, ma che lavori su obiettivi comuni. Più sarà condiviso il suo piano di contrastare l’eccesso di produzione, più Bruxelles avrà mano libera. Una missione difficilissima, che ha visto per ora fallire, sui temi di economia generale, i capi di governo dei singoli Paesi. Il vicepresidente Tajani, comunque, vede con favore il rafforzamento dell’internazionalizzazione da parte dei costruttori europei: «Esplorare nuove realtà per andarci a produrre - commenta - serve anche a evitare la chiusura di impianti nel Continente».
Nella nutrita agenda del gruppo di lavoro «Cars 21» ci sarà anche il tema dell’innovazione legata alle automobili ecologiche, per il quale Tajani intende aumentare gli incentivi per la ricerca, a disposizione delle case, da 1 a 1,5 miliardi di euro. E il progressivo sviluppo delle vetture elettriche, legato a doppio filo agli attesi progressi relativi all’autonomia delle batterie e alla conseguente riduzione dei prezzi al pubblico, potrebbe dare un forte impulso all’asfittico mercato continentale e un fattivo contributo all’occupazione. Secondo uno studio della McKinsey il settore delle vetture elettriche può raggiungere, entro il 2030, un giro d’affari di 170 miliardi e dar vita a oltre 110mila posti di lavoro. Ma anche qui i produttori hanno differenti strategie.

E questa volta è proprio Marchionne, come responsabile di Fiat-Chrysler, ad andare controcorrente rispetto a Renault, Citroën e Peugeot, e pure ai tedeschi, visto che Bmw sta spingendo molto sull’elettrico.
Ma anche sulla standardizzazione delle spine, nonostante l’impegno di Tajani, risulta difficile far coincidere le esigenze di costruttori e aziende fornitrici di corrente.

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