A Torino l'assemblea speciale dei titolari di azioni privilegiate Exor per approvare, come è avvenuto, la conversione obbligatoria delle azioni privilegiate e di risparmio in azioni ordinarie (rapporto di conversione pari a 1 azione ordinaria per ciascuna azione privilegiata o di risparmio); e a Ginevra un'altra assemblea, sempre ieri, d'interesse per la galassia Agnelli, quella di Sgs, presenti il presidente della controllata di Exor, Sergio Marchionne, con l'azionista John Elkann (a Torino hanno presieduto l'assise Oreste Cagnasso e Giacomo Zunino, in rappresentanza degli azionisti delle categorie interessate alla conversione).
Marchionne, comunqe, ci ha messo poco a reindossare gli abiti di timoniere di Fiat-Chrysler, facendo così un nuovo punto sullo stato dell'arte del gruppo automobilistico. E dopo essersi soffermato sui rischi che il Paese si troverebbe di fronte a un'uscita dall'euro («un disastro») e all'ipotesi avanzata da Promotor di un mercato nazionale di 1,1 milioni di unità nel 2013 (anche qui stesso termine: «Sarebbe disastroso un ribasso del 20%»), l'ad del Lingotto è tornato sul tema investimenti (all'appello mancano Mirafiori e Cassino). «Confermo la linea del gruppo -ha affermato -: quando saremo pronti ad annunciarli lo diremo». Marchionne non cambia di una virgola l'atteggiamento espresso pochi giorni prima, sempre a Ginevra, ma al Salone dell'auto: capire, in pratica, quale direzione prenderà l'Italia dopo le elezioni di fine febbraio.
Intanto Marchionne è già con la testa sui risultati del primo trimestre (cda suiconti il 29 aprile) di un anno difficile. E non mancano le preoccupazioni. Il previsto calo del trading profit tra gennaio e marzo è stato spiegato «semplicemente con due ragioni: perché ci manca negli Usa un trimestre intero di Jeep Liberty che avevamo nel 2012 e non abbiamo quest'anno, mentre l'altro stabilimento riparte a maggio con una nuova vettura». «Non sarà un trimestre eccezionale - ha aggiunto il top manager - ma la cosa importante è che sia confermato l'anno, e quello lo confermiano».
Il gruppo automobilistico, da parte sua, ha archiviato un altro mese con il segno negativo in Europa (-15,7% a fronte di un calo complessivo del 10,2%). Tra i mercati «top five», quello italiano anche a febbraio ha segnato la perdita più sostenuta: -17,4 per cebto.
Sul braccio di ferro con Veba per la scalata a Chrylser, Marchionne ha detto di aspettare per giugno-luglio una decisione del Tribunale Usa del Deleware sulla quota del fondo. Oggetto del contendere è il valore della partecipazione.
Buone notizie, infine, per il conto in banca di Marchionne: nel 2012 ha ricevuto 7,4 milioni per il doppio ruolo di ad di Fiat e presidente di Fiat Industrial. Il top manager del Lingotto ha avuto un fisso complessivo di 2,5 milioni, in linea con la remunerazione del 2011.
Auto, per Fiat incubo Italia Nuovo mese nero in Europa
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