Pochi forse se ne saranno accorti, ma ieri c’è stata una scadenza fiscale mastodontica. Quasi 200 adempimenti in quella che ormai non si fa fatica a chiamare la giungla del fisco. Il Codacons lo sostiene da tempo ("complessità ormai cervellotica" che scoraggia "anche solo la lettura del calendario fiscale"), e sul piede di guerra ci sono gli stessi commercialisti che interpretando quell'"ingolfo tributario" ci campano. Non c’è da stupirsi dunque se, secondo un recente sondaggio che ilGiornale ha potuto visionare, quasi due lavoratori su tre non sanno esattamente quanto pagano di tasse. Le subiscono e basta. Meglio così che rompersi la testa su detrazioni, deduzioni, aliquote, marginali, scadenze, acconti, anticipi e via dicendo.
Il sondaggio, commissionato dal Centro Studi di Fiscal Focus, aveva come obiettivo quello di valutare la "salute fiscale" degli italiani. Le cose non vanno benissimo. I dati rivelano infatti tre problematiche non indifferenti. Primo: se un lavoratore perdesse il lavoro, in un caso su tre finirebbe i risparmi accumulati in appena tre mesi. Secondo: otto italiani su dieci non credono alle promesse elettorali dei partiti. E terzo, come detto, quasi nessuno ha idea di quanto paga veramente di imposte.
Partiamo dal primo punto. Stando al sondaggio Ipsos, il 32% dei lavoratori sarebbe in grado di coprire le spese ordinarie (affitto, cibo, bollette…) senza dover ricorrere a forme di sostegno economico (come prestiti e reddito di cittadinanza) solo per i primi tre mesi dal momento della perdita dell’occupazione. "Una situazione destinata a peggiorare nel prossimo autunno - dice al Giornale.it il direttore del Centro Studi Fiscal Focus, Antonio Gigliotti – quando l’ulteriore incremento del costo del gas e l’inflazione si faranno sentire soprattutto sulle piccole e medie imprese con potenziali gravi ripercussioni per l’occupazione".
A preoccupare è però un altro numero. Il 66% dei rispondenti, infatti, dichiara di non avere mai quantificato in numeri assoluti l’ammontare di tasse dirette ed indirette pagate ogni anno allo Stato. Cosa significa? Che il sistema è troppo complicato e forse andrebbe semplificato. Il centrodestra propone la flat tax, nel caso della Lega anche ai dipendenti, che di sicuro introdurrebbe un elemento di semplificazione: incasso 100, pago 15 (o 23, per Forza Italia) e tanti saluti alle altre complicazioni.
Non è un caso, in fondo, se molti dei partiti che si avvicinano alla tornata elettorale hanno impostato la campagna elettorale proprio sui temi fiscali ed economici. Il 25 settembre è ancora lontano, ma per il momento le promesse dei partiti sembrano non convincere gli italiani, che in otto casi su dieci non le considerano pienamente credibili.
Il vero problema, secondo un lavoratore su tre, sarebbero le coperture finanziarie. Quelle, però, volendo si trovano. Certo serviranno riduzioni della spesa pubblica (che male non fa). Ma semplificare, nel Paese dell’ufficio complicazioni affari semplici, sembra davvero urgente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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