La trattativa in esclusiva fra il Banco Bpm e Cattolica è stata prorogata al 9 novembre per mettere a posto tutti i tasselli dell'intesa, ma ha già dato il via al gran valzer della bancassicurazione. Complice anche l'effetto domino creato dallo scadere dei contratti di partnership, il settore è in pieno fermento. Basta vedere le pedine che si stanno muovendo sullo scacchiere in queste ultime settimane.
Cattolica sta negoziando con Banco Bpm per subentrare ad Aviva e Unipol nelle joint venture Aviva Pop e Popolare Vita. L'obiettivo è creare due nuove compagnie, una vita e una danni, di cui i veronesi capitanati da Alberto Minali comprerebbero il 60-65% sulla base di una valutazione che dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,3 miliardi con un incasso per il Banco Bpm di circa 800 milioni.
Anche Unipol e Unicredit sarebbero al lavoro per rinnovare la loro joint venture Incontra Assicurazioni. Saranno rinnovati anche gli accordi in Arca Vita e Arca Assicurazioni fra Unipol, Bper e Popolare di Sondrio. Quanto a Unicredit, tra i partner assicurativi del gruppo guidato da Jean Pierre Mustier restano la tedesca Allianz, gli inglesi di Aviva e i francesi di Cnp. Anche CheBanca (gruppo Mediobanca) si è messa alla ricerca di un partner assicurativo per sviluppare prodotti legati a prestiti e mutui e nel frattempo continua a lavorare con Metlife e Genertel, controllata dalle Generali. Lo stesso Leone di Trieste starebbe studiando un'alleanza con il Credito Valtellinese per vendere polizze a i 550 sportelli dell'istituto lombardo.
Perchè questo revival della bancassicurazione? Il vantaggio è reciproco: aumentando la raccolta assicurativa le banche accrescono le commissioni mentre le compagnie assicurative possono avere accesso agli sportelli bancari (e postali) che sono il principale canale di vendita di prodotti Vita sul mercato italiano: secondo gli ultimi datti dell'Ania, da inizio anno a fine aprile sono stati raccolti allo sportello 19,2 miliardi di premi. Banche e compagnie stanno inoltre studiando come unire le forze per estendere la gamma di prodotti anche alle pmi cavalcando l'onda dei Pir (i piani di individuali di risparmio). Ma un conto solo le alleanze commerciali, altro gli investimenti e gli incroci azionari.
Come dimostrano le mosse dell'ad di Unipol, Carlo Cimbri, che avrebbe incontrato i vertici di Carige per discutere un eventuale investimento di Bologna nell'aumento di capitale della banca genovese con cui la compagnia di via Stalingrado è ancora esposta per circa 50 milioni (dopo la conversione di circa 75 milioni di bond subordinati). Mentre le Generali, al 4,3% del Monte dei Paschi, vogliono avere voce in capitolo sul rilancio del gruppo senese oggi controllato dallo Stato.
Sullo sfondo si muovono intanto «alleate» delle compagnie che possono trasformarsi in temibili concorrenti: Intesa Sanpaolo, già
leader nel Vita, ha fatto sapere che nei prossimi anni punterà a raggiungere gli stessi risultati nel Danni per salire sul podio del settore, mentre Poste Vita sta lavorando per offrire polizze Rc Auto negli uffici postali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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