Scegliere una banca solida è tornato ad essere un «must» per i risparmiatori italiani. Lo spread in risalita nelle scorse settimane ha riaperto ferite mai veramente rimarginate nel mondo bancario italiano. Ma non è la causa scatenante. Lo spread è l'effetto negativo applicato al debito pubblico italiano che ormai sfiora i 2.400 miliardi. Si tratta soprattutto di titoli di Stato emessi per la stragrande maggioranza negli anni scorsi, anni in cui i tassi d'interesse erano molto bassi.
Il rialzo dello spread fa aumentare proprio i tassi d'interesse delle nuove emissioni, e se sul mercato vengono emessi titoli a rendimenti più alti, il valore di quelli emessi prima, cioè quelli acquistati per la maggior parte dalle banche italiane, scendono di valore. Chi sarebbe disposto a pagare lo stesso prezzo per un titolo che ha un rendimento minore di un altro? Nessuno. Ed è per questo che i titoli di Stato a minor tasso perdono valore. Questi rappresentano una parte consistente dei patrimoni delle banche italiane. Così se i valori dei titoli scendono, scendono i valori dei patrimoni delle banche e i parametri di solidità degli stessi istituti di credito. Un circolo vizioso.
Ma se tutto questo in passato non aveva alcun effetto diretto sui risparmiatori, da quando è entrata in vigore la legge sul bail-in tutto è cambiato radicalmente. Senza arrivare ad ipotizzare il fallimento di un istituto, opzione da non considerarsi mai troppo remota, ognuno di noi dovrebbe cercarsi una banca molto sana, con elevati patrimoni, basse sofferenze ed alti indici di solidità (Cet1). Le banche poco solide hanno necessità di far quadrare i bilanci. Come? Soprattutto aumentando i costi. Salgono i costi delle operazioni di tenuta conto, salgono persino le operatività online. C'è di più. Una banca poco sana patrimonialmente farà fatica a fare investimenti. La tecnologia delle app o dell'internet banking costa. Così come costa la formazione di consulenti e bancari.
Dove prenderanno i soldi per gli investimenti le banche? Da noi. Dai nostri conti correnti. Di questo parleremo nel corso della trasmissione «Soldi Nostri» in onda domenica alle 22.00 su TgCom24 di Mediaset.leopoldo.gasbarro@me.com
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