Banche, arriva la tempesta perfetta per testare la resistenza agli choc

È una vera tempesta perfetta, con l'Europa flagellata da una recessione lunga tre anni, con i prezzi di immobili e azioni quasi in caduta libera e quelli dei bond sovrani in aumento, quella ipotizzata dall'Eba per mettere alla prova il grado di resistenza delle banche agli choc avversi. Accusata di eccessiva indulgenza in occasione degli stress test del 2010-2011 (appena otto gli istituti bocciati, sui 90 esaminati), l'Authority guidata da Andrea Enria ha questa volta usato la mano pesante.
Per molti dei 124 istituti, tra cui 15 italiani, non sarà una passeggiata rispettare il parametro che vale la promozione: ovvero, un coefficiente patrimoniale common equity Tier 1 di almeno il 5,5% che corrisponde a un capitale azionario pari almeno al 5,5% degli asset esaminati. Il rischio è quello di dover compensare gli eventuali «buchi» di capitale con richieste al mercato di risorse fresche. Alcune banche, come per esempio Deutsche Bank all'estero e Mps, Popolare di Milano e Carige in Italia, si stanno infatti muovendo in anticipo proprio per rafforzare la massa patrimoniale. Per evitare sorprese imbarazzanti, la Bce ha fatto sapere che saranno concessi sei mesi di tempo per colmare le carenze di capitale venute a galla con l'Asset quality review, svolta dalla stessa Eurotower, e nove mesi per quelle identificate nello scenario peggiore definito dagli stress test.
Ma cosa prevede questo worst scenario? Tanto per cominciare, si presume che il Pil Ue subisca una contrazione dello 0,7% quest'anno, dell'1,5% nel 2015 e resti piatto (+0,1%) nel 2016. Per l'Italia, il quadro è ancora più fosco: calo dello 0,9% nel 2014, dell'1,6% nel 2015 e dello 0,7% nel 2016. A questo quadro recessivo, l'Eba aggiunge un crollo complessivo nel triennio del 21,2% dei prezzi immobiliari e del 19,2% delle Borse. È del tutto evidente l'impatto sui conti bancari di una simile bufera, sotto forma di un aumento delle sofferenze, di una generale diminuzione del credito erogato e di minusvalenze sui portafogli azionari e immobiliari. Per non parlare della sicura risalita degli spread e dei tassi sui bond sovrani.

A tal proposito, l'Eba prevede che le banche debbano prevedere perdite sui titoli di Stato registrati come «disponibili alla vendita»: si parte con un 20% da calcolare quest'anno fino al 60% nel 2016. Percentuali di cui dovranno tener conto soprattutto i nostri istituti, che secondo la Bce hanno in pancia quasi 420 miliardi di euro di titoli del Tesoro.

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