Camilla Conti
Il guru del diritto societario Guido Rossi una volta definì i consiglieri indipendenti «financial gigolò», semplici foglie di fico della scarsissima democrazia societaria. Oggi, con l'avanzata dei fondi stranieri nel capitale delle big di Piazza Affari, molte di quelle «foglie» sono cadute. Così nel mondo del credito, dove la vigilanza unica della Bce ha fissato regole più stringenti e tiene i radar sempre accesi.
Giovedì il capo degli «sceriffi» di Francoforte, Daniele Nouy, ha messo nel mirino proprio gli assetti societari degli istituti europei che «devono migliorare la propria governance». Con un avvertimento: «Continueremo ad essere duri e intrusivi. Esamineremo attentamente anche gli schemi di remunerazione dei manager per vedere se sono favorevoli ad una sana e prudente gestione bancaria», ha detto madame Nouy. Le nostre possono stare serene o c'è ancora del lavoro da fare?
Le relazioni sul governo societario che accompagnano i bilanci 2017 da poco pubblicati sono lunghe e aggiornate nei minimi dettagli, impensabili fino a qualche anno fa. Prendiamo quella di Mps, marcata a vista da Francoforte. Nella parte dedicata ai requisiti di indipendenza degli amministratori non esecutivi («ai sensi del Testo Unico della Finanza e del Codice di Autodisciplina»), in riferimento al professor Angelo Riccaboni - sindaco di Bankitalia candidato nella lista del Tesoro - si segnalano alcuni «rapporti creditizi intrattenuti con la banca: oltre ad un conto corrente (in attivo), tre dossier titoli e un pronti contro termine, si registra un mutuo fondiario che è stato erogato nel 2007) quando rivestiva la carica di Consigliere di Banca Toscana», poi incorporata nel Monte. «Le grandezze di questi rapporti - viene però sottolineato - non sono apparse tali da inficiare il requisito di indipendenza del soggetto». Si dimentica però di scrivere, malignano in Piazza del Campo, che Riccaboni come in una porta girevole è uscito dall'Università di Siena di cui è stato rettore (lasciando peraltro al suo posto un suo fedelissimo) ed è entrato in banca.
L'altra osservata speciale, Carige, dopo l'aumento di capitale deve fare i conti con Raffaele Mincione che, forte del 5,4% dell'istituto, punta il dito proprio sulla governance targata Malacalza, paventando la richiesta di revoca del cda. Il dossier genovese, in realtà, è da tempo sul tavolo della Bce: a dicembre la Vigilanza avrebbe messo nero su bianco diverse perplessità rispetto all'attuale assetto, puntando il dito su tre aspetti fondamentali: da un lato le gestione effettiva del consiglio, quindi le modalità di condivisione delle informazioni (non perché manchi il flusso informativo ma per come questo viene poi dipanato), e infine il profilo vero e proprio dei membri del board.
I riflettori della Vigilanza sono accesi anche sulle Bcc. Bankitalia preme affinché Iccrea e Cassa Centrale Banca, ovvero le due capogruppo del sistema del credito cooperativo, si presentino davanti alla Bce con il «passaporto» in regola anche sul fronte del governo societario. Il prossimo 2 maggio Iccrea dovrà presentare istanza di trasformazione in gruppo bancario, una tappa decisiva nel percorso partito un paio di anni fa su invito del governo. Lo schema stabilisce che le singole banche abbiano il controllo della capogruppo, il cui capitale fungerà da garanzia per il sistema. Al momento non sarebbe prevista la figura di un amministratore delegato forte ma si dovrà capire come verrà gestito il numero dei consiglieri indipendenti. Così come la convivenza nell'azionariato di Iccrea con le Bcc trentine che hanno complessivamente i 20% del capitale.
Chi invece si è già portato avanti con i compiti a casa è Unicredit aprendo una nuova via: per la prima volta, infatti, una banca italiana di grandi dimensioni ha presentato una propria lista per il cda, frutto della revisione della governance avviata nel novembre 2016 per allinearla alle best practice internazionali.
All'inizio di febbraio il board dell'istituto di Piazza Gae Aulenti ha approvato all'unanimità l'elenco dei candidati per il triennio 2018-2021 da proporre all'assemblea del 12 aprile, tra cui risultano Fabrizio Saccomanni come presidente e Jean Pierre Mustier come ad.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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