Massimo RestelliA tre giorni dal summit di martedì in cui l'Italia si gioca l'ultima carta per strappare al commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, il via libera a trovare una soluzione per smaltire i 200 miliardi di sofferenze che soffocano le banche, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sferra un secondo attacco all'Europa, accusando la «Vigilanza Bce» di aver pesato con una «gestione della comunicazione poco accorta» sul tracollo del credito in Piazza Affari. Padoan, che aveva criticato già venerdì la lettera-questionario inviata dall'Europa, ieri ha deposto la diplomazia. E dalla cornice di Davos, la città svizzera che ha ospitato il gotha della finanza mondiale, ha lanciato la bordata: «Bisogna essere molto cauti a mandare fuori informazioni, dare segnali, l'obiettivo un sistema bancario stabile».Il principale bersaglio di Padoan sono gli uffici della Sorveglianza Bce retti da Danièle Nouy: le altre banche europee sondate «sono rimaste anonime», mentre le sei italiane «sono state identificate immediatamente». E la Borsa ha letto tale disparità come «un preavviso di provvedimento», quasi un rischio di «risoluzione», di fallimento pilotato.Un attacco quindi chirurgico, quello di Padoan che ha concesso un plauso a mezza bocca Mario Draghi, accorso a chiarire come per nessuna banca ci fosse «una richiesta di aumento di capitale». La pezza è stata però posta solo giovedì e il successivo rimbalzo dei titolio in Borsa non ha sanato la situazione.Il riferimento sembra al Monte Paschi (-43% dal 15 al 20 gennaio) di cui il Tesoro possiede il 4% come eredità dei Monti Bond. Il Monte rappresenta infatti il principale nodo finanziario sul tavolo del governo. A Roma si manovra da tempo per indurre Ubi Banca a organizzare un salvataggio, magari in tandem con Bpm per rendere il boccone senese più digeribile. La strada però è in salita, sia per la prudenza delle dirette interessate sia perché alla Vigilanza europea qualcuno avrebbe storto il naso. Da qui le voci di un ritorno di fiamma da parte degli spagnoli del Santander e dei francesi di Bnp Paribas. Quello che è certo è che risolta la partita delle sofferenze, non più con la ipotesi bad bank ormai tramontata ma con più veicoli ad hoc e una garanzia statale fino a 40 miliardi sui prestiti senior, si dovrà decidere il nuovo padrone di Rocca Salimbeni. E Ubi è tra le poche con le carte in regola. Per lo stesso presidente Bce non appare comunque facile gestire gli errori commessi dal governo Renzi nel mondo del credito (dal recepimento del bail-in al frettoloso decreto per salvare Etruria & C) insieme al pressing dei falchi tedeschi in vista di Basilea 3.
Padoan ha poi annunciato per la prossima settimana nuove misure per le sofferenze e la riforma delle Bcc: dovrebbe nascere una holdnig, ma le 3-4 Bcc maggiori potrebbero mantenere un grado di autonomia. E la Fabi di Lando Maria Sileoni, che denuncia il rischio di altri 23mila esberi da qui al 2018, prepara un suo progetto per un «nuovo modello per lo sviluppo delle banche» che presenterà a Milano il 12 febbraio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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