Banche, passo indietro Bce. Slitta la stretta sui crediti

Ipotesi di rinvio di almeno un anno per le nuove regole sulle nuove sofferenze. Sarebbe una vittoria per l'Italia

Banche, passo indietro Bce. Slitta la stretta sui crediti

La politica può segnare un primo punto importante contro la tecnocrazia nella partita giocata sul campo delle nuove regole europee per la gestione dei crediti deteriorati. Secondo indiscrezioni rilanciate ieri dall'agenzia Reuters, infatti, il cosiddetto «addendum» annunciato dalla Bce per il primo gennaio del 2018 potrebbe slittare di diversi mesi, o persino di un anno. La Vigilanza di Francoforte guidata da Daniele Nouy alla fine ha capito di avere corso troppo. E avrebbe deciso di rinviare la presentazione delle due proposte sulla copertura delle sofferenze bancarie. È inoltre probabile che la Bce decida di aspettare la presentazione di una proposta della Commissione Ue, attesa per il 28 marzo, prima di pubblicare le linee guida sulla gestione dei non performing loans.

Il cambio di marcia è stato imposto prima dal pressing del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, poi dal parere del servizio giuridico del Parlamento europeo che ha bocciato la legittimità della proposta formulata dalla vigilanza della Bce guidata da Daniele Nouy. E infine, settimana scorsa, dall'opinione ancor più dura degli esperti del Consiglio Ue che hanno contestano la legittimità della Bce a varare la stretta. Un coro unanime che ha criticato la Bce per aver oltrepassato i confini della supervisione bancaria attraverso l'imposizione delle nuove regole. La stessa Nouy nelle settimane scorse aveva aperto la porta ad uno slittamento per consentire alle banche e ad altri soggetti di elaborare con più calma le osservazioni sulle regole. Anche perchè la consultazione si chiuderà il prossimo 8 dicembre mentre il 30 novembre è fissata un'audizione degli stakeholder. E l'entrata in vigore a gennaio, solo dopo pochi giorni e per giunta sotto le feste natalizie, era subito parsa a molti osservatori come eccessivamente frettolosa considerando che una consultazione può portare a eventuali modifiche della proposta. Modifiche che necessitano di tempo.

Lo stesso Mario Draghi ha esortato a uno «sforzo congiunto» di banche, supervisori, regolatori e autorità nazionali per affrontare il nodo delle sofferenze delle banche. Insomma, non può essere soltanto la Vigilanza a risolvere i problemi che vanno affrontati in modo ordinato e non destabilizzanti. In gioco, del resto, c'è un provvedimento che di fatto fisserebbe regole generali legalmente vincolanti applicabili a tutti gli istituti europei e li obbligherebbe a nuovi, pesanti accantonamenti prudenziali generando nuove fragilità del sistema creditizio.

Da Francoforte non hanno voluto commentare i rumors raccolti dalla Reuters, nè dal Parlamento europeo trattandosi appunto di indiscrezioni. Se saranno confermati nelle prossime settimane si tratterebbe di una vittoria per l'Italia - unica ad alzare la voce su tempi e metodi - che servirebbe anche a riportare la proposta lungo il giusto canale dell'azione legislativa.

Il documento in consultazione potrebbe infatti essere cambiato definendo meglio quale pilastro degli interventi sulla gestione dei crediti deteriorati competa al lavoro del legislatore e quale invece alla supervisione bancaria guidata dalla squadra della Nouy.

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