Le banche Ue: «No» al cappio di Basilea 3

nostro inviato a Gubbio

Con una lettera del 21 novembre, mercoledì scorso, indirizzata al commissario Ue del Mercato e dei Servizi, Michel Barnier, la Federazione delle banche europee (Ebf) ha ufficialmente chiesto lo slittamento di un anno dell'entrata in vigore delle regole di Basilea 3, prevista dal gennaio prossimo. Lo hanno rivelato ieri Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi, e il direttore generale Giovanni Sabatini durante il settimo seminario annuale organizzato a Gubbio dall'associazione dei banchieri italiani. E non è un caso, perché sono stati proprio Mussari e l'Abi, da mesi, a esercitare a livello europeo la pressione più importante rispetto al tema Basilea 3, ora sfociato nella lettera dell'Ebf a Barnier. Questo dopo che le autorità bancarie Usa hanno annunciato unilateralmente di non volere applicare il nuovo standard, rimanendo ancorate al vecchio. Il che, si legge nella missiva dell'Ebf, implica un livello complessivo di requisiti patrimoniali inferiore del 20% rispetto al nuovo. Così, dicono all'Abi e ora anche all'Ebf, viene meno una delle condizioni iniziali poste dallo stesso Barnier per il recepimento di Basilea 3, e cioè che valesse per tutti. Invece ora lo scenario è quello di un sistema Paese bancario, e del peso degli Usa, pronto a operare sul mercato con un enorme vantaggio competitivo. Ma lo stesso Barnier ha fatto sapere ieri che non ci saranno rinvii: «L'Europa ha bisogno delle regole di Basilea 3 e le applicherà a partire dal 2013».
L'iniziativa dei banchieri richiederà comunque un avallo politico per andare avanti. Per l'Italia il soggetto chiave è il ministro dell'Economia Vittorio Grilli che, secondo Mussari, è già stato «ampiamente informato ed è «orientato favorevolmente» a sostenere le ragioni dell'Abi.
Ma che significa, per l'economia in crisi, un rinvio di Basilea 3? «Si tratta di scongiurare un rallentamento ulteriore del ciclo economico, ha detto Mussari, favorendo «una maggiore disponibilità di credito alle imprese e una ripresa di erogazione dei mutui immobiliari».
Mentre Sabatini ha spiegato più nel dettaglio: «Il maggior assorbimento di capitale richiesto alle banche, benché con una tempistica dilatata in 6 anni, si traduce in maggiori vincoli all'erogazione di finanziamenti, alle famiglie e alle imprese. Comunque la si veda il regime di Basilea 3 è una misura recessiva. E i rischi di questo tipo erano stati sottovalutati». Per questo oggi che siamo in una recessione che proseguirà anche nel 2013» non è consigliabile «aggiungere anche gli effetti di Basilea3», ha sottolineato Sabatini.


Dal punto di vista tecnico, la parola passa ora al «trilogo» tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue, che di qui a fine anno sono chiamati ad approvare e rendere operativo il regime di Basilea 3 con decorrenza primo gennaio 2013. Ma che dopo la lettera, di fatto sottoscritta da tutte le banche europee, e con un probabile passaggio in Eurogruppo, potrebbero deliberare per uno slittamento almeno a partire dal gennaio 2014.

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