Banco Bpm sogna Ubi ma non rilancia

Castagna: «Solo operazioni non ostili». Ora più dividendi, ma il titolo cede: -8,2%

Banco Bpm sogna Ubi ma non rilancia

«Spero di partecipare a un consolidamento che venga da molte banche di media dimensione che si uniscono piuttosto che da un'operazione ostile»: L'ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, nel corso della presentazione del piano al 2023 non ha svicolato dalle domande sulla nuova ondata di integrazioni ma, allo stesso tempo, ha cercato di non scoprire troppo le carte. «Stiamo facendo la nostra road map ovviamente su basi stand alone», ha dichiarato riferendosi alla Ops di Intesa su Ubi e ricordando di essere stato «un fautore del consolidamento sin dalle prime ore». Fra qualche mese, anche Banco Bpm si guarderà intorno e «faremo le nostre considerazioni, consapevoli che, insistendo su territori ricchi e produttivi, si può anche andare avanti da soli». Una interpretazione delle parole del top manager, pertanto, non può pertanto prescindere da una riapertura del dossier Ubi (Castagna ha comunque escluso di aver sentito Massiah negli ultimi giorni) nel caso in cui l'operazione con Ca' de Sass non andasse in porto, visto il malcontento espresso dai tre patti di sindacato, due ufficialmente e quello bresciano informalmente.

La parte più interessante del nuovo piano strategico Banco Bpm, intitolato «sbloccare il nostro potenziale», è la remunerazione degli azionisti: sono previsti oltre 800 milioni di dividendi al 2023 con un payout medio intorno al 40% e la creazione di oltre 2 miliardi di ricchezza per gli azionisti. ll gruppo infatti stima un tasso annuo di crescita composto dei ricavi al 2023 dello 0,6% fino a quota 4,4 miliardi (dai 4,3 di fine 2019) ma, guardando solo alla componente core, il tasso sale al 2,1%, da 3,8 a 4,1 miliardi. Grazie al rafforzamento del comparto del risparmio gestito e dal maggior focus sui servizi a valore aggiunto le commissioni sono stimate in crescita, mentre il margine d'interesse calerà a causa dello scenario di tassi di interesse bassi, solo in parte compensato dalla crescita degli impieghi dai 105,8 miliardi del 2019 a 116,3 miliardi. L'utile a fine piano è visto attorno ai 770 milioni con un Cet 1 superiore al 12 per cento.

Sono, inoltre, calendarizzate 1.100 uscite su base volontaria tramite prepensionamenti con l'ingaggio di giovani talenti a fronte di una sostanziale stabilità del costo del lavoro (da 1,7 a 1,66 miliardi). In agenda anche la chiusura di 200 filiali e la cessione di immobili per 1 miliardo di euro.

Per ora, l'epidemia di coronavirus non preoccupa. I target, si spiega dall'istituto, sono «pienamente confermati» anche in uno scenario di rallentamento economico nel 2020. Banco Bpm al momento non prevede un aumento del flusso di Npl. «Non consideriamo per ora alcuna possibilità di questo tipo perché tutti dicono che la lo scenario più probabile è uno scenario a V nel 2020 e non uno scenario prolungato», ha spiegato Castagna precisando che «se questo accadesse, dovremmo cambiare le assunzioni del piano».

Lo scenario macro utilizzato prevede un -0,1% di Pil nel 2020. Ieri in Piazza Affari Banco Bpm ha ceduto l'8,23% in quanto le sale operative si aspettavano maggior visibilità sull'M&A e più allarmismo sul quadro macroeconomico.

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