Banco Popolare, Morgan Stanley e il report che turba il mercato

Nei giorni scorsi la banca d'affari Morgan Stanley ha diffuso un report sul gruppo Banco Popolare assai poco lusinghiero. Una bocciatura in anticipo sull'esito degli stress test (29 luglio) per le banche europee. Che ha avuto come effetto immediato il crollo del titolo in Borsa. Un danno evidente per azionisti e investitori. Come tutti, anch'io sono curioso di leggere i risultati delle valutazioni che usciranno a fine mese. Detto ciò, non credo che il mercato avvertisse la necessità del documento prodotto da Morgan Stanley a pochi giorni dal pronunciamento della Bce.

Il gruppo ha contestato l'analisi numerica della banca d'affari definendola zeppa di grossolani errori: addirittura la collocazione di alcuni dati numerici compare in righe sbagliate. L'aspetto comico, se non fosse tragico, è che la banca d'affari, pur riconoscendo lo sbaglio, ha steso un secondo report dove confermava per intero le prime conclusioni. L'affondo contro il Banco Popolare (quarto gruppo bancario italiano) è oggettivamente un attacco al nostro sistema creditizio tout court. Un'operazione dai contorni preoccupanti, al limite dell'aggiotaggio. Consob e Banca d'Italia dovrebbero svegliarsi. Perché non sia solo con tutto il rispetto il procuratore di Trani in prima linea nell'azione di contrasto alle opacità del comparto finanziario. E il governo, anziché dispensare illogico ottimismo, dovrebbe alzare la voce e intervenire. La crisi che sta investendo la finanza necessita di provvedimenti urgenti per arginare questi tentativi destabilizzanti. Un po' come succede con gli annunci delle agenzie di rating.

Diciamolo una volta per tutte: sono realtà che dispensano a piè sospinto giudizi a buon mercato che non servono. L'economia e la finanza non hanno bisogno delle loro interpretazioni. Di parte e al servizio di una parte. Liberiamoci dalla pratica dei (pre) giudizi sommari.

www.pompeolocatelli.it

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