Massimo Restelli
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan prova a dispensare fiducia al mercato, assicurando che grazie alle riforme «mai viste» del governo e alla «ripresa degli investimenti» il sistema bancario italiano «tornerà stabile» nel giro di un paio d'anni, quando «saranno portate a termine anche fusioni, acquisizioni e ricapitalizzazioni». E venerdì il numero uno del Fondo Atlante Alessandro Penati, sempre dal palco del festival dell'economia di Trento, ha promesso entro luglio una maxi-manovra da 2 miliardi sulle sofferenze: 80 miliardo l'incubo a livello di sistema.
La settimana che sta per iniziare in Piazza Affari sarà tuttavia calda: domani infatti da un lalto parte l'aumento di capitale da un miliardo del Banco Popolare (2,14 euro il prezzo, per uno sconto del 29,3% sul «Terp», il prezzo teorico ex stacco del diritto d'opzione), dall'altro è atteso il via libera Consob al prospetto per la difficile ricapitalizzazione di Veneto Banca: il documento promette infatti di essere corposo sul fronte dei rischi. In ogni caso Veneto Banca vuole fare presto, prima del referendum sulla Brexit. A dare il senso della realtà in cui versa Veneto Banca, peraltro, ci ha pensato lo stesso braccio destro di Padoan, Enrico Zanetti che, pur mantenendo l'«auspicio» che sia possibile la quotazione, ha detto di credere «inevitabile» l'intervento di Atlante. Montebelluna, dove venerdì un risparmiatore ha minacciato il suicidio, ha bisogno di un miliardo. L'operazione dovrebbe partire mercoledì: Intesa, tramite Imi, ha riunito un affollato consorzio di garanzia e sottoscritto un accordo di sub-garanzia con Atlante. Il fondo è disposto a salvare Veneto Banca solo pagando le azioni 10 cent (il minimo della forchetta) e vuole almeno il 50,1% dell'istituto. Dieci centesimi è lo stesso prezzo riconosciuto da Atlante per l'altra malata del Nord est: Popolare Vicenza. Dove - ha ricordato Zanetti - c'è stato un «danno reputazionale enorme», prevedendo che «non appena Atlante avrà fatto piazza pulita» in cda, «partiranno le azioni di responsabilità».
Quanto al Banco Popolare, l'aumento è stato chiesto dalla Bce in cambio dell'ok alle nozze con Bpm: gli ispettori di Francoforte sono tornati a Verona e
potrebbero chiedere altri aggiustamenti al piano di fusione. I diritti d'opzione (1,02 euro il prezzo) consentiranno di sottoscrivere 9 azioni ogni 7 possedute. Lo sconto sul «Terp» è inferiore alle attese degli analisti (-32%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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