Economia

Bcc, il governo smantella la riforma di Matteo Renzi

Il governo ha deciso di rottamare la riforma delle Banche di credito cooperativo voluta da Matteo Renzi. Obiettivo, tutelare territorialità e mutualità

Bcc, il governo smantella la riforma di Matteo Renzi

Il governo Lega-Movimento 5 Stelle smantella la riforma delle Bcc voluta da Matteo Renzi. E per farlo, l'esecutivo inizia dall'abbattimento di uno dei pilastri: l'obbligo per le banche di credito cooperativo di unirsi in un gruppo unico. Come spiega Giuseppe Colombo per l'Huffington Post, "la direzione di marcia è opposta a quella del Pd: non si incentiva l'aggregazione degli istituti sotto il cappello di una capogruppo forte, ma si opta per un modello parcellizzato. A ogni territorio la sua banca".

La battaglia per le Bcc è uno dei temi economici che sta più a cuore alla Lega. La maggior parte delle cooperative sono a nord. E Matteo Salvini deve il suo successo a tutto quel mondo imprenditoriale e bancario del Nord che da sempre rappresenta lo zoccolo duro del voto leghista. Una scelta politica quindi, ma anche di natura ideologica. E infatti, nel comunicato finale della riunione fra Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, si notano due parole chiave: territorialità e mutualità. Due concetti molto importanti per la Lega e che riaffiorano nella scelta dello smantellamento della riforma bancaria di Renzi e del governo Pd.

L'idea è che ci debba fondare su un modello parcellizzato, che punti al territorio, e che eroghi il credito principiante ai soci. Una scelta in controtendenza rispetto alla proposta renziana. Ma che conferma, ancora una volta, la volontà del governo giallo-verde di distanziarsi totalmente dalle idee dei suoi predecessori.

La riforma di Renzi prevede l'obbligo per le Bcc di aderire a un unico gruppo bancario cooperativo in cui la capogruppo deve essere una s.p.a. con un patrimonio di almeno 1 miliardo di euro. Per le Bcc che non aderiscono, la riforma prevede riserve per almeno 200 milioni di euro e il versamento di un'imposta del 20% sulle stesse riserve. Infine, da banca di credito cooperativo, l'istituto deve diventare una Spa. Pena, la liquidazione. Tempi per aderire, 90 giorni.

Il governo attuale non ha mai apprezzato la riforma. Già nel decreto Milleproroghe aveva previsto l'allungamento dei tempi da 90 a 180 giorni. E ora arrivano gli emendamenti depositati dalla Lega, con la previsione della "facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale".

Infine, l'obbligo di adesione al gruppo unico è previsto solo per le banche con un "patrimonio netto inferiore a 100 milioni di euro, Common Equity Tier 1 ratio inferiore a otto punti percentuali o a diverso limite indicato da Banca d'Italia, un Net Stable Funding Ratio inferiore a cento punti percentuali, un Liquidity Coverage Ratio inferiore a cento punti percentuali e un Non-Performing Loans ratio superiore a quindici punti percentuali".

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